
12/04/10
la Repubblica
I 16 paesi dell’euro trovano l’accordo e mettono a disposizione 30 miliardi di euro per la Grecia. I ministri finanziari dell’Eurogruppo ieri in una teleconferenza straordinaria hanno messo a punto un sistema di prestiti bilaterali triennali da concedere ad Atene ad un tasso di circa il 5%, cioè sotto i livelli di finanziamento che la Grecia sta sperimentando in questi mesi sul mercato (circa il 7,5%). Il premier greco Giorgio Papandreou l’ha definita «una pistola sul tavolo» nel senso che Atene non utilizzerà subito i prestiti, la nuova disponibilità di capitale dovrebbe togliere spazio alla speculazione e costringere gli investitori ad accontentarsi di tassi più bassi per prestare soldi al governo ellenico. In un comunicato ufficiale Papandreou ha commentato: «La solidarietà europea ha preso forma, nessuno può giocare con la nostra moneta comune».
L’intesa, che dà corpo all’accordo raggiunto dal vertice Ue del 25-26 marzo, è stata annunciata dal presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, e dal commissario Ue per gli affari economici e monetari, Olli Rhen. Ai 30 miliardi messi sul piatto dell’Europa per il solo primo anno se ne aggiungeranno altri (tra i 10 e i 15) provenienti dal Fondo monetario internazionale. Una dotazione che copre quasi interamente l’ammontare dei bond greci in scadenza nel 2010 (53 miliardi di euro). Ulteriori prestiti per il biennio successivo saranno decisi secondo l’evoluzione dei mercati e delle necessità della Grecia.
L’intero piano è collegato alla riduzione del deficit pubblico di Atene già concordato nei mesi scorsi con la Commissione Ue, la quale coordinerà anche la tempistica dei prestiti. «A marzo abbiamo preso una decisione di principio - ha osservato Juncker - ora abbiamo definito i dettagli pratici». Tra questi l’obbligo per ogni paese dell’area euro di prestare una cifra proporzionale alla quota di partecipazione nel capitale della Banca centrale europea. Per l’Italia si tratta di un impegno massimo di 3,7 miliardi di euro.«Nessun Paese ci rimetterà a prestare soldi alla Grecia», ha sottolineato Juncker. A partire da oggi i tecnici
della Commissione europea, del Fini, della Bce e del governo greco si metteranno al lavoro per definire un programma congiunto d’azione. Il presidente permanente del Consiglio Ue, Herman Van Rompuy, si è detto convinto che questo «contribuirà alla stabilità dell’euro». Per il presidente della Commissione Jose Manuel Barroso «L’Europa si è dimostrata solidale e responsabile, l’accordo aiuterà la Grecia a continuare a correggere in maniera vigorosa gli squilibri delle sue finanze pubbliche e a fare le riforme strutturali necessarie».
La soluzione europea ai problemi di Atene non avrà effetti sugli altri paesi ad alto debito a cominciare dall’Italia, ne è convinto il direttore generale di Bankitalia, Fabrizio Saccomanni: «Non ci sarà nessun contagio, la situazione è molto più solida di quello che può sembrare, l’euro è un processo irreversibile. E come lo pneumatico di un’auto un po’ sgonfio: non lo si può buttare via e non si può camminare su tre
ruote. Bisogna rigonfiarlo a certe condizioni e a certe regole». L’effetto sui mercati si vedrà da oggi sulle quotazioni dell’euro, ma soprattutto martedì quando la Grecia dovrebbe tenere un’asta per l’assegnazione di bond per 1,2 miliardi di euro.
L’intesa, che dà corpo all’accordo raggiunto dal vertice Ue del 25-26 marzo, è stata annunciata dal presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, e dal commissario Ue per gli affari economici e monetari, Olli Rhen. Ai 30 miliardi messi sul piatto dell’Europa per il solo primo anno se ne aggiungeranno altri (tra i 10 e i 15) provenienti dal Fondo monetario internazionale. Una dotazione che copre quasi interamente l’ammontare dei bond greci in scadenza nel 2010 (53 miliardi di euro). Ulteriori prestiti per il biennio successivo saranno decisi secondo l’evoluzione dei mercati e delle necessità della Grecia.
L’intero piano è collegato alla riduzione del deficit pubblico di Atene già concordato nei mesi scorsi con la Commissione Ue, la quale coordinerà anche la tempistica dei prestiti. «A marzo abbiamo preso una decisione di principio - ha osservato Juncker - ora abbiamo definito i dettagli pratici». Tra questi l’obbligo per ogni paese dell’area euro di prestare una cifra proporzionale alla quota di partecipazione nel capitale della Banca centrale europea. Per l’Italia si tratta di un impegno massimo di 3,7 miliardi di euro.«Nessun Paese ci rimetterà a prestare soldi alla Grecia», ha sottolineato Juncker. A partire da oggi i tecnici
della Commissione europea, del Fini, della Bce e del governo greco si metteranno al lavoro per definire un programma congiunto d’azione. Il presidente permanente del Consiglio Ue, Herman Van Rompuy, si è detto convinto che questo «contribuirà alla stabilità dell’euro». Per il presidente della Commissione Jose Manuel Barroso «L’Europa si è dimostrata solidale e responsabile, l’accordo aiuterà la Grecia a continuare a correggere in maniera vigorosa gli squilibri delle sue finanze pubbliche e a fare le riforme strutturali necessarie».
La soluzione europea ai problemi di Atene non avrà effetti sugli altri paesi ad alto debito a cominciare dall’Italia, ne è convinto il direttore generale di Bankitalia, Fabrizio Saccomanni: «Non ci sarà nessun contagio, la situazione è molto più solida di quello che può sembrare, l’euro è un processo irreversibile. E come lo pneumatico di un’auto un po’ sgonfio: non lo si può buttare via e non si può camminare su tre
ruote. Bisogna rigonfiarlo a certe condizioni e a certe regole». L’effetto sui mercati si vedrà da oggi sulle quotazioni dell’euro, ma soprattutto martedì quando la Grecia dovrebbe tenere un’asta per l’assegnazione di bond per 1,2 miliardi di euro.
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