
Le previsioni alla vigilia del voto si sono, purtroppo, avverate. A cominciare dalla poca affluenza già al primo rilevamento delle 12 e dall’ombra della compravendita di preferenze. Non solo un allarme, quest’ultimo. se ventiquattrore prima dell’apertura dei seggi in un paese dell’hinterland napoletano, in una sala giochi di Pozzuoli, sono stati ritrovati ottantacinque certificati elettorali e oltre cinquemila euro. Mentre ieri a Chiaia, in pieno centro, in un seggio un rappresentante di una lista dei centrodestra è stato sorpreso mentre consegnava quindici certificati elettorali ai legittimi proprietari. Identificato, è stato denunciato e rischia da tre a cinque anni di reclusione.
«C’è una sorta di voto controllato, un fenomeno sempre esistito ma mai di proporzioni così massicce», spiega il capo della Digos Antonio Sbordone. E a confermare un certo controllo sul voto non solo la decisione del prefetto di istituire una task force ma anche la presenza di decine e decine di pregiudicati che, in varie zone del capoluogo, stazionavano davanti ai seggi e per questo sono stati identificati.
Ma a preoccupare è anche la poca affluenza che rischia di diventare un’incognita pericolosa e pesante su queste Regionali in cui si dovrà scegliere chi salirà, dopo dieci anni, sulla poltrona occupata da Antonio Bassolino.
Alle 12 si registra un 2 per cento in meno rispetto a cinque anni fa (8,5 contro il 10.7 del 2005), e alle 19 la disaffezione alle urne diventa ancora più marcata con ben cinque punti di scarto (29,3 percento contro il 34,9 di un lustro fa). In totale sono quasi 5 milioni gli elettori campani chiamati a scegliere anche i primi cittadini di 59 comuni e il presidente della provincia di Caserta.
Poca affluenza anche per le amministrative mentre nel capoluogo casertano si registra il massimo calo: 6,5 punti in meno (33,1% contro il 39,6 di cinque anni fa). Forse il segnale della lotta intestina tra il sottosegretario Nicola Cosentino e il Pdl nazionale, dopo il lungo braccio di ferro sulla candidatura a governatore che per una giornata aveva portato il sottosegretario sotto inchiesta per presunto appoggio al clan dei Casalesi addirittura alle dimissioni. Poi ritirate su richiesta del premier, Silvio Berlusconi. Ci sono altre otto ore oggi (si vota dalle 7 alle 15) per invertire la tendenza. Difficile che accada. Resta da capire però come e su chi dei due maggiori competitor peserà. Sull’aspirante governatore Stefano Caldoro (centrodestra e Udc) o sul sindaco di Salerno Vincenzo De Luca (centrosinistra)?
Entrambi si sono recati a votare ieri mattina: il primo con moglie e e f iglia a Napoli, il secondo a Salerno dove è sindaco. Nessuna dichiarazione last minute per i cronisti. Polemico, invece. Clemente Mastella che a Ceppaloni, nel Beneventano, si è recato al seggio con la moglie Sandra, capolista per i’Udeur. Qui l’ex ministro commenta il permesso di 4 giorni dall’esilio romano ottenuto dalla moglie per votare: «E l’ora d’aria che si concede ai detenuti quando incontrano i familiari».
Non voteranno invece in Campania gli altri due aspiranti governatori: l’ex ministro Paolo Ferrero (Rifondazione) e Roberto Fico (Lista Grillo) che rischiano di diventare un serio problema perla corsa a palazzo Santa Lucia del sindaco democrat di Salerno. Ma si capirà solo stanotte.
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