
Ora è il caos. Anche la Lista Formigoni al momento è fuori dalle elezioni: irregolarità nella raccolta delle firme, in molti elenchi non ci sono timbri ufficiali. Eliminate però quelle che non rispettano le regole, di firme non ce ne sono più a sufficienza. E allora fuori dalle elezioni. Ma l`effetto, se possibile, è ancora più deflagrante di quanto accaduto a Roma, con il Pdl escluso dalle Regionali. Mancando la Lista Formigoni, infatti, cadono per strada le liste collegate; tutte le liste del centrodestra andranno ricusate e già sono stati informati gli uffici elettorali delle diverse province lombarde.
Dopo il caso della lista Pdl a Roma, dunque, sono ora due i casi esplosivi. Ma sono poi tante le liste minori escluse: solo per restare alle provincia di Roma, l`altro giorno sono state ricusate dieci liste su venticinque. In Liguria, poi, gli stessi radicali sono stati esclusi perché non avevano abbastanza firme a corredo del loro candidato. E c`è poco da appellarsi al Capo dello Stato. Il Quirinale infatti ha fatto sapere che «la preoccupazione di una piena rappresentanza, nella competizione elettorale regionale in Lazio come dovunque, delle forze politiche che intendono
concorrervi, non può che essere compresa e condivisa dal Presidente della Repubblica. Ma spetta solo alle competenti sedi giudiziarie la verifica del rispetto
delle condizioni e procedure previste dalla legge».
Non si scampa dai ricorsi, dunque. Né è immaginabile una leggina per sanare in extremis la questione: è stato Berlusconi in persona a escluderlo. E allora: come si esce dal problema della non ammissibilità delle liste? «E` difficile - commenta il leader della Lega, Umberto Bossi - che Napolitano possa intervenire. Come fa a intervenire? Rischia di andare su competenze altrui». Bossi è ironico su Roma: «E' la destra che ha sbagliato. Se avesse presentato una lista, la Lega
avrebbe preso un sacco di voti». E pure a Milano, «Come si fa a sbagliare?». E se ora tutti quanti, da Renata Polverini, che era stata la prima a chiamare in causa il Capo dello Stato, al sindaco di Roma Gianni Alemanno, si sentono «confortati» dal messaggio di Napolitano che dice di «condividere» la preoccupazione degli esclusi dalla gara elettorale, l`unica soluzione per rientrare in gioco è il ricorso alla Corte d`appello (dove c`è la commissione elettorale regionale). Se anche questo fallisse, c`è il Tar. E c'è poi, in parallelo, a Roma, una denuncia penale per chi ha sbarrato la porta della sala dove i rappresentanti del Pdl dovevano presentare le firme.
«Una denuncia anche penale - spiega Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera perché c`è stato un attacco ai diritti civili». Ma a queste parole
i arrabbia la Bonino e così dai radicali parte una controdenuncia per calunnia.
Intanto la campagna elettorale è cominciata. «Non ci risparmieremo, useremo tutti i mezzi possibili per una battaglia di libertà. La burocrazia non vincerà sulla democrazia e non faremo passare una violenza inaudita», reagisce la candidata del centrodestra alla Regione Lazio. Da Milano, anche Formigoni tuona: «Sono un candidato perfettamente regolare».
Esultano i radicali. Dice il segretario Mario Staderini: «Il Caso Formigoni conferma quanto documentammo alle Regionali nel 2000: le liste dei partiti vengono presentate con firme raccolte al di fuori delle regole. Nelle prossime ore effettueremo in tutta Italia gli accessi agli atti per controllare le liste presentate e, son certo, ne vedremo delle belle».
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