
«Fare Futuro, Italia Futura... ma al presente, al qui e ora, chi ci pensa più?». Emma Bonino è candidata governatore del Lazio; ma viene dalla fattiva provincia di Cuneo e si vede. E' nata e cresciuta a Bra; e ci scherzava su coi colleghi della Commissione europea, perché in inglese «bra» vuol dire reggiseno. Lei racconta del bra, di Bra, del «diamoci una mossa sul presente», enuncia programmi politici in quaranta righe su tutto, dalla globalizzazione alla rottamazione, racconta con sorprendente (per chi non la conosce) candore una serie di affari suoi. Il tutto in Alfabeto Bonino, in uscita domani, edito da Bompiani.
A raccogliere il Bonino-pensiero è stata a giornalista Cristina Sivieri Tagliabue. Bonino le aveva detto di no, ma lei si è messa a seguirla in campagna elettorale; e ha riordinato le boninate dalla A alla Zeta. Nel mezzo c'è la K di Kossiga (così si scriveva nel '77), la G di Giamburrasca (come la chiamava Sandro Pertini; il perché chiedetelo a Cossiga), la P di Pannella. Ovviamente. E c'è il suo punto di vista sul leader radicale, sul complicato rapporto tra i due, insomma sul perché Emma non lo ha mandato a quel paese. Lei lo difende: «Non vedo una buona ragione per cui dovrei prendere le distanze da lui. È l'uomo più disinteressato, generoso e coraggioso che conosca. Il nostro è un sodalizio umano e politico di una vita intera».
Una vita intera che Bonino racconta mescolando pubblico e privato, come solo una femmina alfa casinista può fare. Alla A di Amore ricorda l'abbandono del suo secondo compagno: «Ho sofferto molto. Non riuscivo a farmene una ragione. Ma la vita con me è sempre stata buona. In quel periodo è arrivata la nomina a commissario europeo a Bruxelles. A quel punto avevo altro da fare».
Alla K di Kabul mostra una foto e dice: «Era prima che mi arrestassero i talebani. Poi mi hanno rilasciato, anche loro. Vede? Non mi si prende nessuno». Non è sicuro.
Alla Q di Quirinale rivendica i sondaggi che nel 1999 la indicavano come candidata presidente preferita degli italiani. E alle Europee di quell'anno la lista Bonino prese l'8,5 per cento. Poi è stata ministro del Commercio Estero, dal 2006 al 2008. Alla F di fashion loda il made in Italy e spiega che i vestiti glieli sceglie l'amica Cristina. E poi: alla I di infibulazione dice parole importanti sui diritti delle donne, alla O di orgasmo obietta che non è importante averlo insieme. Alla G di governo dice «per governare bene basta un buon Cda, ma bisogna farlo mettendoci dei valori», alla B di ballo informa da ragazza ero campione di boogie-woogie». Alla S di sanità dice «per risanare non bisogna essere Amartya Sen. Bisogna copiare quello che si è fatto in Toscana», alla I di immersioni sorprende con un «ho il brevetto e uso le bombole». Non pare tipo da apnea, e lo conferma alla F di fumo: «Mi sono sempre piaciute le sigarette» (pure troppo; Bonino è uno dei pochi modelli femminili positivi in Italia; ma è anche una delle più pericolose fonti di fumo passivo del Paese; si riguardi, accidenti a lei).
© 2010 Corriere della Sera. Tutti i diritti riservati