
Chi vuole potrà votarmi due volte, come candidata-presidente e come prima della lista Bonino-Pannella nelle province di Roma, Frosinone, Latina».
Emma Bonino, con il segretario dei Radicali italiani, Mario Staderini, ha presentato le donne e gli uomini di sua fiducia per il governo del Lazio, la sua «lista di riferimento». Lo ha fatto con l'occhio rivolto ai ripetuti no, ultimo quello della Corte d'appello, due giorni fa, alla richiesta del
Pdl di veder riammessa la lista per le elezioni regionali di fine mese: «Non me ne rallegro» ha
ripetuto «ma le leggi non possono essere sovvertite, le regole non si aggiustano in corsa in base a esigenze particolari».
I candidati della "BoninoPannella" indossavano quasi tutti una sciarpa gialla, colore simbolo della campagna elettorale: «Per me», ha detto la donna scelta dal centrosinistra per la presidenza della Regione, «rappresentano il punto fermo di tante battaglie». «Sono grata a partiti e liste che mi sostengono», ha precisato, «ma è indubbio che questa è la mia lista di riferimento: mi sentirei rassicurata se al mio fianco avessi un gruppo di radicali cocciuti e preparati». Perché, ha spiegato, «dietro a ogni nome c'è un patrimonio di resistenza e di idee che ha segnato il nostro Paese».
Staderini aveva già indicato qualcuno dei 41 della lista provinciale di Roma che, dalle associazioni dell'universo radicale, si calano ora nell'agone elettorale: da Edda Billia Mina Welbi, da Rocco Berardo a Diego Sabatinelli.
Sono state tratteggiate anche le priorità del programma: la riforma del sistema elettorale sul modello americano, con collegi uninominali; un'authority per il trasporto pubblico e «l'opportunità di ricorrere ai referendum senza il vincolo del quorum».
«Sui 19 miliardi del bilancio regionale, 12 vanno alla Sanità», ha detto Bonino. «Guai a fare promesse, occorrono idee chiare e impegno per far quadrare i conti senza penalizzare l'assistenza ai cittadini, soprattutto ai più deboli. E ogni azione sarà animata dal metodo della legalità e della trasparenza».
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