
Il Partito dell`Amore? Paroloni da maschi. Da maschi che, quando vogliono farei buoni e atteggiarsi avirtuosi, scadono spesso in toni altisonanti o in dichiarazioni melliflue, che di solito valgono lo spazio di qualche giorno. Perché poi la rissa politica (anzi l`«odio ideologico», così addirittura lo chiamano) riprende come prima e più di prima, a dispetto di Cupido continuamente invitato nel Palazzo e prontamente evacuato come ospite indesiderato e pesce fuor d`acqua. La Polverini e la Bonino invece, al loro esordio come sfidanti nel Lazio, non parlano di Amore, non praticano il bla bla cuore in mano, non mostrano quel sentimentalismo da romanzo rosa che non appartiene a signore concrete come sono loro. Si limitano a tendersi la mano le due avversarie. Si scambiano, senza smancerie, reciproci attestati di stima all`inizio della gara. «Io stimo Emma», dice Renata. «Io stimo Renata», dice Emma. Si dicono questo, vicendevolmente, dagli schermi tivvù e ripromettono reciprocamente che, sul campo di battaglia, non si faranno sgambetti, eviteranno i colpi bassi, non useranno la clava e tantomeno lo spadone che faceva roteare Uhma Thurman nel pulp tarantiniano di «Kill Bill». Insomma, due marziane in campagna elettorale? Due pie illuse? Due mattocchie che fingono di non sapere che il coltello fra i denti è l`unico format ultimamente conosciuto per risolvere le rivalità politico-elettorali? No, Renata e Emma sembrano semmai due spericolate sperimentatrici della politica zen. Quella che, fra l`altro, non mira all`annullamento dell`avversario. «Né io né Renata saremo sconfitte», annuncia la Bonino, «se il confronto sarà civile». E tuttavia, ogni volta che si prova a credere ai buoni propositi dei politici che annunciano di volersi rispettare, ci si deve ricredere al volo guardando il primo talk show della sera, e anche l`ultimo, in cui i nemici si scannano come sempre, pur sempre invocando il «dialogo» («Ma cominciate prima voi!», «No, dovete essere prima voi a dimostrarvi disposti al dialogo!»). Speriamo che stavolta non vada come al solito. Se davvero sarà mega-duello fra la Polverini e la Bonino, ammesso cioè che Emma riesca a diventare la candidata non solo dei Radicali ma dell`intero centro-sinistra che ovviamente è spaccato sul suo nome, la sfida comincia bene. Nel segno di due donne che alla politica del bla bla contundente, tipica dei maschietti di governo e d`opposizione, contrappongono da subito uno stile di civiltà nel discorso pubblico che - conoscendo le due tipe in questione - potrà probabilmente restare in vigore nel corso dell`intera campagna elettorale laziale. Nonostante i loro colleghi faranno di tutto per sciupare l`intesa anti-cattivistica, ma non inciucista, immediatamente stabilitasi fra le due candidate. «Il nostro - spiega la Bonino - dovrà essere un confronto senza lacerazioni e veramente anti-partitocratico». E ancora: «Abbiamo uno stile simile nel far politica, non insultante», La Polverini approva e condivide le parole della sfidante. E di nuovo Emma: «Vinceremo entrambe, se sapremo liberare la politica da questa nausea che riesce a provocare». Se ci riusciranno, significa che la politica femmina ha battuto la dirty politics due a zero, e palla al centro.
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