
«Fino a prova contraria la Lega va da sola alle prossime elezioni politiche». Lo ha affermato il presidente del Veneto, Luca Zaia. «Non conosco le definizioni delle ultime ore tra il Cavaliere e i dirigenti della Lega a proposito delle future alleanze, sempre ci siano state. Dico solo che la strada è molto impervia. La Lega fino a prova contraria al momento resta da sola, dopo di che, spetterà a Maroni e all’assemblea federale prendere decisioni sulle alleanze».
«Le dimissioni del presidente Monti sono una partita sempre più intricata che noi vediamo in maniera sempre più incomprensibile perché non sappiamo quale sarà il punto di caduta. So solo che Monti, se avesse applicato i costi della spesa pubblica del Veneto a tutta Italia avrebbe un risparmio sulla sua scrivania di 28miliardi di euro, che valgono molto di più delle manovre e dei sacrifici che chiede ai nostri cittadini». «Io sono favorevole alle elezioni da subito e dico che si debbano fare in un unico election day - ha spiegato Zaia - Si abbia il coraggio di risparmiare 100 milioni di euro che sarebbero un costo accessorio per una convocazione suppletiva».
Infine un commento sulla situazione economica: «I mercati vogliono Monti, questo è poco ma sicuro. L’incertezza nei mercati si paga con un crollo della Borsa. È vero che un Paese non può essere governato dai mercati, è altrettanto vero che noi dobbiamo arrivare ad una definizione di rappresentanza democratica all’interno del governo. Rappresentanza democratica significa di persone democraticametne elette».
Duro, invece, il commento di Giorgia Meloni sul suo partito: «Bisogna capire dove sta andando e che cosa vuole essere il Pdl. Io ho detto cosa non voglio: non voglio più un partito di plastica, non voglio impresentabili in lista, non voglio un partito che non discute e non condivide decisioni, non voglio un partito di colonnelli, non voglio i parlamentari scelti da cinque persone in una stanza». «Se il Pdl resterà così -ha aggiunto l’ex ministro nel corso de La Telefonata di Belpietro - io non trovo stimoli per rimanere, la nostra gente merita bel altro»
«Avremo le idee più chiare - afferma Meloni - il prossimo 16 dicembre, giorno nel quale abbiamo organizzato a Roma una manifestazione anche con altri colleghi, come Guido Crosetto. In nessun caso intendo abbandonare il lavoro che abbiamo fatto per far nascere in Italia il Partito Popolare Europeo, per normalizzare il nostro bipolarismo, perciò non si torna indietro a ipotesi di operazioni nostalgia». Sulle primarie del Pdl, Meloni ribadisce le sue critiche per la scelta di non farle. «Non si può dire - osserva - che il Pdl abbia fatto una grande figura annunciando le primarie, poi annullandole, poi annunciandole ancora, poi approvando un regolamento, facendo raccogliere 200mila firme, dando vita ai comitati e poi annullandole con un paio di telefonate e una comunicazione alla stampa». «Indipendentemente dalle scelte che si fanno, c’è - sottolinea Meloni - un dato di credibilità che va tenuto in considerazione soprattutto quando si pensa di voler governare una Nazione. Le primarie sarebbero state una boccata d’ossigeno e una grande occasione per mettere a confronto idee, linee politiche, per tornare a parlare di contenuti, per tornare in mezzo alla gente».
Intanto, a margine del meeting per i diritti umani, organizzato nel capoluogo toscano, ai giornalisti che gli chiedevano come rispondesse a Silvio Berlusconi, che ieri ha dichiarato di lasciare «le porte aperte» per Renzi, il sindaco di Firenze ha replicato: «Ho rispetto per il presidente Berlusconi, ma il suo invito è rispedito al mittente». «L’ho buttata un po’ sul ridere, ma non troppo - ha aggiunto Renzi - Per me le porte le può chiudere. Non vorrei che prendesse troppo freddo».
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