
Ambientalisti in piazza in tutt'Italia per ricordare i 25 anni dal disastro di Cernobil con flash mob e cortei. Forse se non ci fosse stata la tragedia della centrale di Fukushima e il referendum di giugno sul nucleare, la ricorrenza non sarebbe stata così sentita invece quello di ieri è stato un appuntamento carico di significato e di partecipazione.
«Da queste tragedie, ma anche da quelle legate alle energie fossili, viene una lezione fondamentale per l'umanità - dichiara Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia - la questione energetica è troppo strategica per lasciarla in mano a lobby ed oligarchie che dispongono di mezzi e risorse capaci di spostare le decisioni dei governi e di trascinare intere popolazioni in catastrofi e conflitti. Occorre lavorare per ridistribuire la sovranità energetica, possibilità divenuta concreta grazie alle energie rinnovabili: quello delle rinnovabili non è più un sogno, ma un cantiere aperto, che chiede alla politica azioni regolative e infrastrutturali, senza altri tentennamenti».
A Roma gli attivisti di Greenpeace hanno trasformato il Circo Massimo in un memoriale a cielo aperto piantando duemila croci in ricordo delle vittime. A Milano Legambiente ha pensato ad un flash mob di preallarme: alcune persone vestite con tute antiradiazioni, hanno consegnato mele radioattive ai passanti. I Radicali Italiani, invece, insieme con le Associazioni Etruria Radicale, Radicali Maremma ed il Comitato Antinucleare di Montalto di Castro, hanno organizzato un corteo verso il Municipio di Montalto di Castro dove si discuteva una delibera contro il nucleare.
Nè potevano mancare i Verdi. «Con le stesse bandiere di allora, con il simbolo del sole che dice no al nucleare, in piazza tutto il giorno, il 26 aprile per ricordare che 25 anni fa una terribile sciagura colpì l'allora Urss e l'Europa intera, investite da una nube radioattiva sprigionata dalla centrale nucleare di Cernobil», spiegano i Verdi e i componenti del Comitato per il Si al referendum sul nucleare. «Per giorni - ricordano - le autorità sovietiche nascosero l'incidente la cui gravità non aveva precedenti e che contaminò territori vastissimi da cui furono costretti alla evacuazione centinaia di migliaia di cittadini mentre migliaia di eroici volontari sacrificavano la loro vita nel tentativo di bloccare la fuoriuscita della radioattività e costruire un sarcofago di cemento nel quale confinare il nucleo ormai fuso. Lo stesso silenzio criminale, l'identico comportamento omissivo da parte delle autorità statali e dell'ente dell'energia sono stati messi in atto nell'altro terribile incidente accaduto poche settimane fa in Giappone mentre i cittadini, ancora una volta tenuti all'oscuro, sono stati lasciati per giorni e giorni nelle vicinanze di un impianto totalmente fuori controllo».
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