
Sempre alta l’attenzione sulle condizioni di vita dei detenuti nelle carceri napoletane. Domani mattina ci saranno due presidi all’esterno delle due prigioni cittadine. L’Associazione Radicale per la Grande Napoli , che da sempre si occupa delle condizioni di vita dei detenuti e a gran voce reclama l’indulto, sarà impegnata a raccogliere firme per i referendum Radicali all’esterno del carcere di Secondigliano, mentre l’associazione Ex don, Ex detenuti organizzati napoletani, manifesterà all’esterno del carcere di Poggioreale per protestare contro il sovraffollamento e l’invivibilità del carcere. «Siamo impegnati da giorni - chiarisce Emilio Martucci, membro del comitato nazionale dei radicali Italiani - per la raccolta firme fuori al carcere di Poggioreale, domani ci sposteremo a Secondigliano. Sono molti i cittadini che stanno firmando, con la speranza che in questo paese possa finalmente cambiare qualcosa. Essere tra la gente ad ascoltare quelle che sono le vere istanze sociali, dovrebbe essere un dovere di chi dice di occuparsi della cosa pubblica». A Poggioreale, invece, a partire dalla prima mattinata, i parenti dei detenuti si uniranno all’associazione Ex don, per battersi a favore dei diritti dei detenuti. «Saremo fuori al carcere più affollato d’Europa - spiega Pietro Ioia, presidente dell’associazione Ex don - per dare voce a quelli che non ce l’hanno». Sarà un presidio pacifico, per gettare nuova luce sulla piaga del sovraffollamento, che toglie dignità al detenuto. «Faremo un appello anche contro il regime di 41 bis - prosegue Ioia - che, a nostro parere, è una tortura legale. Il carcere italiano è basato sul recupero e sul reinserimento sociale, queste persone, invece , restano sepolte vive in carcere e non hanno null’altro da fare che aspettare la morte per essere libere». Ioia fa notare anche un altro aspetto del carcere duro, legato alla possibilità di pentimenti e confessioni da parte dei boss. «Molte volte il 41 bis è applicato per riuscire ad ottenere pentimenti e informazioni continua il presidente dell’associazione Ex don - Negli ultimi anni i boss si allenano a non cedere psicologicamente e quando si accorgono che per loro si mette male, cominciano la latitanza in dei veri e propri buchi, piccoli e stretti, per non cadere nella tentazione di pentirsi. Bisogna studiare altre misure per la rieducazione e il recupero dell’individuo, come previsto dalla Costituzione».
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