
07/01/11
il Venerdì (la Repubblica)
L’inarrestabile piena di Wikileaks contiene numerose, affascinanti rivelazioni sull’Africa. Di tutte, la più straordinaria riguarda i conti correnti aperti dal presidente sudanese Omar al-Bashir presso diverse banche londinesi.
La fortuna prudentemente accantonata da al-Bashir ammonterebbe al vertiginoso totale di nove miliardi di dollari. Sette miliardi di euro. Tutti naturalmente sottratti all’erario sudanese, in particolare ai proventi petroliferi, che sotto la presidenza di al-Bashir sono tornati a fluire copiosamente.
La fonte di questa notizia è il pubblico ministero del Tribunale penale internazionale, l’argentino Luis Moreno-Ocampo. Lo stesso che ha incriminato al-Bashir per crimini di guerra e contro l’umanità per gli atroci misfatti compiuti in Darfur. Una fonte dunque fortemente ostile al presidente sudanese. Ma supponiamo per un solo momento che, nelle sue conversazioni con i diplomatici americani finite su WikiLeaks (e riportate dal quotidiano britannico The Guardian), Moreno-Ocampo abbia riferito cose vere Omar al-Bashir primeggerebbe come il più grande ladro di tutti i tempi. Capace di appropriarsi del dieci per cento del Pil del suo Paese. Un Paese poverissimo, devastato, diviso, sofferente, spaventosamente bisognoso.
Crimini contro l’umanità, si diceva. Le banche, naturalmente, smentiscono.
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