
Disturbiamo i vescovi? Qualcuno sa che fine ha fatto l’idea che anche la Chiesa cominci finalmente a pagare l’Imu sui suoi immobili utilizzati a fini commerciali? La scadenza della prima rata si avvicina e anche stavolta finirà tutto a ostie e vino... Intanto, un altro giorno fatidico si avvicina: è il termine ultimo per presentare la dichiarazione dei redditi. In essa, come tutti sanno, si può scegliere di destinare l’8xmille del proprio lrpef allo Stato italiano, a un ente religioso, oppure di non scegliere affatto. Ciò che meno contribuenti sanno è che la cospicua somma per cui non si è operata quella scelta (il 50% del totale), viene redistribuita proporzionalmente tra le varie Chiese, in base alla stima dei loro fedeli. Va da sé che la Conferenza episcopale percepisca il 90% del bottino: lo usasse almeno per pagarci l’Imu... E invece no. Anche per questo i Radicali stanno raccogliendo le firme per un referendum (tra i sei proposti il 1° giugno scorso) che abroghi l’ingiusta ripartizione dell’8xmille «non scelto», che in tal caso finirebbe, per una volta, nelle casse nostrane e non allo straniero Vaticano.
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