
Emma Bonino non va sull'Aventino - tanto più che la lista Pdl ha ricevuto un'altra bocciatura -ma la strada del centrosinistra con candidata radicale non si è fatta meno impervia. Perché anche se Marco Pannella e Pier Luigi Bersani si fanno vicendevolmente i complimenti e si assicurano reciprocamente che il confronto è sempre aperto e che il dialogo non potrà che migliorare, resta il fatto che uno Marco Pannella - dice "vogliamo convincere" e l'altro - Pier Luigi Bersani - dice "vogliamo vincere".
Queste due parole misurano la distanza tra Pd e Radicali nel giorno in cui i Radicali, riuniti in assemblea nazionale, rilanciano la proposta già lanciata a monte del decreto governativo: un rinvio erga omnes, trenta giorni di slittamento che rimettano in gioco non solo "una lista", non solo "due regioni", cioè una "sanatoria" che "permetta un minimo di campagna elettorale e normalizzi elezioni che altrimenti verrebbero successivamente annullate". Così dice Pannella al Bersani che ha appena opposto un "no, la gente non capirebbe" a qualsiasi possibile slittamento. Imperterrito, il leader radicale si mette a elencare tutti gli orrori di "trent'anni di peste italiana", compresi quelli televisivi compiuti dai "tre siamesi" (Santoro, Vespa e Floris), e mentre elenca quasi gonfia le guance come il gatto davanti a un gomitolo da cui, non senza gusto, si possano tirare i fili a uno a uno. Fosse arrivato prima, Bersani avrebbe ascoltato gli interventi dei dirigenti radicali (dal segretario Mario Staderini all'ex segretaria Rita Bernardini, dalla voce storica Gianfranco Spadaccia al segretario dell'Associazione Coscioni Marco Cappato) e avrebbe
tratto dalle variazioni sul tema la stessa conclusione: i Radicali non vogliono "fare finta di niente", e anzi propongono di "mettere l'Italia sotto osservazione europea".
Quando Bonino ripete "il gioco è impazzito" (pur restando in gioco), Bersani dice "lasciamo perdere i cavilli". Ed è già pensieroso quando Pannella lo invita a "ruminare" sulle proposte-provocazioni degli irrequieti alleati radicali.
© 2010 Il Foglio. Tutti i diritti riservati