
Picchiata, torturata dal marito molto più anziano perché rifiuta di prostituirsi. Riesce finalmente a fuggire e sporge denuncia. Ma le autorità locali la riportano a casa in nome delle consuetudini tribali dei matrimoni combinati, dove viene quasi uccisa, le unghie strappate, affamata e chiusa per sei mesi in una cantina priva di finestre. E qui la trova per caso un cugino che finalmente la salva e rivela il caso.
La vicenda della quindicenne Sahar Gul sta facendo il giro del mondo. Le immagini del suo viso gonfio, gli occhi pesti di botte, del corpo violato pubblicate dai media internazionali sono l'ennesimo atto d'accusa contro i maltrattamenti delle donne in Afghanistan. Un rapporto Onu pubblicato a novembre rilancia l'allarme: a 10 anni dalla caduta del regime talebano essere donna in quelle regioni significa tutt'ora rischiare di venire usata come merce di scambio per sedare le dispute tra clan familiari, venduta bambina al signorotto locale, privata di ogni diritto. La differenza sta che una volta le bambine neppure potevano andare a scuola. Oggi, almeno sulla carta, il governo centrale ha creato un ministero per la difesa delle donne e ogni provincia dispone di uffici ad hoc.
Anche i giornalisti afghani non sono indifferenti. Il Primo canale e Tolo, le due maggiori televisioni private, dedicano periodicamente al tema interi programmi. Il presidente Karzai ieri si è impegnato pubblicamente a punire i persecutori della piccola Sahar Gul. Eppure non basta. Proprio la sua vicenda particolare dimostra quanto il problema sia radicato. È stata infatti la stessa responsabile della difesa dei diritti delle donne a Baghlan, la provincia dove risiede, a ignorare per prima le grida di aiuto della ragazzina. E questo è avvenuto in una zona relativamente urbanizzata a meno di 200 chilometri da Kabul. Quanti sono davvero i casi simili, o anche peggiori, che restano totalmente inascoltati in questo gigantesco Paese fatto per lo più da villaggetti isolati? E che dire delle zone tribali pachistane, delle montagne e valiate nell'alto Kashmir indiano dove vigono le stesse antiche consuetudini?
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