
Nel teatrino della politica nostrana è ormai una consuetudine che, da anni, l’argomento principale di deputati e senatori siano le riforme elettorali, cioè il modo in cui ciascuno di essi, di volta in volta, può accaparrarsi o tenersi la propria poltrona. Tutto il resto, come per esempio i diritti civili, umani e sociali - cioè quei diritti che riguardano tutti coloro che stanno fuori dal Parlamento - viene liquidato con l’ormai famigerata frase: "C’è ben altro di cui occuparsi" e, nonostante lorsignori siano quasi un migliaio e ben potrebbero dividersi il lavoro, quasi nessuno è immune dal benaltrismo.
Oggi questa malattia è anche accompagnata dal tormentane delle "elezioni subito" minacciato da chiunque veda traballare la propria leadership. Mentre a Radio Radicale si sente Marco Pannella che si sgola ossessivamente, tra un sigaro e un colpo di tosse, sulla recente sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo nei confronti della Bulgaria (Ekoglasnost vs Bulgaria, 6/11/2012) che raccomanda, tra le altre cose, che nessun Paese convochi elezioni politiche con meno di un anno di preavviso, al fine di garantire i diritti degli elettori alla conoscenza e alla scelta. Ah già, i diritti...
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