
21/02/11
L'Unità
Da Futuro e Libertà si scappa perché «sta andando a destra, e non va bene» (Roberto Rosso, il salesiano). Oppure perché evidentemente «sta virando verso sinistra, e non va bene» (Giuseppe Menardi e Luca Barbareschi, attore protagonista del film il trasformista, interpretazione superata dalla realtà).
In realtà Fli non va né a destra né a sinistra: va in malora. Perde un pezzo al giorno, una goccia dopo l'altra che scava una roccia leggera come il pomice. L'orgoglio del partito sta in due dichiarazioni di stile diverso ma di uguale coscienza: «Le scelte dei singoli - questo è Italo Bocchino - non scalfiscono il progetto di Futuro e libertà. Tutti coloro che avevano deciso di lasciare avevano posto questioni personali incompatibili per un movimento nato per rivolgersi ai cittadini e non al Palazzo». Meno romantico Carmelo Briguglio: «Per lo shopping di deputati e senatori si praticano gli stessi metodi usati per le prestazioni delle escort e delle ragazze delle notti di Arcore».
L'addio di ieri è forse il meno doloroso politicamente, ma di sicuro effetto mediatico. Luca Barbareschi, «il pagliaccio» (come lo definì Fini), ha girato i tacchi. «Scontato», per Della Vedova. Sì, però segue Bellotti, e Menardi, e Rosso, e Siliquini. Mentre Pasquale Viespoli e Adolfo Urso sono controllati a vista dai finiani e lavorati ai fianchi da Berlusconi, e Giuseppe Scalia è lusingato da Micciché e perfino Ronchi...
Futuro e libertà è uscito disgregato dalla convention di Milano. Vi erano da assegnare le cariche parlamentari e di partito, Fini ha scelto il pasdaran Bocchino, ridimensionando Urso e conservando spazio a Della Vedova. Ma queste fughe testimoniano anche l'incertezza del progetto politico e confermano la forza «parlamentare» di Berlusconi, capace di comprarsi anche quelli che fino alla settimana prima sembravano acerrimi nemici. Si divarica il consenso: quello popolare scende, quello a Montecitorio sale. Questa è la cifra dei deputati. Anzi, il prezzo: Barbareschi - che lesse il manifesto di Fli a Perugia, e si commosse fin quasi al pianto - torna dal padrone dopo aver ottenuto dal Cda Rai la calendarizzazione di due costose fiction realizzate dalla sua casa di produzione "Casanova". Altri cercano posti di potere, o la garanzia di essere rieletti. Così, pescando non solo fra i futuristi, si stanno rimpolpando i Responsabili. Sono acquisti all'ingrosso, ma la distribuzione è al dettaglio: qualcuno va nel Pdl, altri devono stare nella formazione dei Responsabili, perfetto cuscino per ammorbidire il rientro dei più accaniti (lì va Barbareschi, e lì sono attesi Urso e Viespoli). E soprattutto, ingrossando il nuovo gruppo, la maggioranza vuol tornare in vantaggio nella partita delle commissioni, composte in modo proporzionale, e con "resti" per garantire la rappresentanza. Fondamentale è quella di Bilancio: il centrosinistra era avanti 25-24, ma i conti sono da rifare. Per Berlusconi, questi conti non hanno prezzo.
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