
Mentre il governo accelera sulle misure che dovrebbe consentire anche agli incapienti di usufruire del bonus in busta paga, sul Documento di programmazione economica appena varato va in scena quello che, finora, è lo scontro più duro tra l’esecutivo e le banche. L’aumento della tassazione sulle plusvalenze bancarie dalla rivalutazione delle quote Bankitalia, dice il direttore generale dell’Abi Sabatini in Commissione Bilancio, sottrae un miliardo di euro di liquidità destinato ai prestiti per le famiglie e le imprese. È un calcolo semplice, quello di Sabatini: i soldi che finiranno a copertura del taglio dell’Irpef, ragiona, non possono che impattare sul credit crunch. Ma Sabatini non si limita alle cifre: la misura, dice, aumenterebbe la percezione di un fisco «incerto e ondivago» che quindi «scoraggia gli investimenti esteri proprio in omento in cui le banche veno un ritorno di interesse nei loro confronti». Si tratterebbe inoltre di un intervento «illogico» che creerebbe una «disparità di trattamento tra le banche e le assicurazioni e le altre imprese».
Le parole di Sabatini raggiungono Graziano Delrio mentre il sottosegretario alla presidenza del Consiglio sta registrando un’intervista con Porta a Porta. «Le banche dicono che per colpa di questa tassazione toglieranno il credito alle famiglie e alle imprese? Noi non ci stiamo, è un ricatto che non accettiamo», dice. «Le banche hanno ricevuto mille miliardi dalla Bce e non hanno trasferito alle famiglie quasi nulla di quei soldi». Delrio inoltre spazza via l’ipotesi di una manovra correttiva. Restano, però, alcuni fronti aperti. «Il recupero rimane debole, fragile e disomogeneo tra settori e aree» rileva il direttore generale di Confindustria Marcella Panucci, che sul pacchetto di misure esprime un giudizio positivo ma non «condivide la scelta di concentrare larga parte delle risorse sulla riduzione dell’Irpef per i lavoratori dipendenti a basso reddito e di destinare solo una parte limitata di risorse alla riduzione dell’Irap».
I sindacati si concentrano invece soprattutto su pensionati e incapienti, fasce sociali finora escluse dagli sgravi fiscali, ma che ora, secondo il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, si pongono come questione «ineludibile» per il governo. Quello di estendere anche alla no tax area qualche beneficio rimane del resto un nodo ancora da sciogliere. Le ipotesi sono ancora tutte sul tappeto, a partire dalla definizione della platea dei destinatari e quindi dell’ammontare dell’operazione. Gli incapienti sono circa 4 milioni e garantire a tutti lo stesso arrotondamento al rialzo in busta paga (gli 80 euro che si vogliono destinare ad altri 10 milioni di italiani) significherebbe trovare nuove coperture tutt’altro che insignificanti.
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