
11/01/11
Il Foglio
Le entrate tributarie in Italia sono in miglioramento, mentre la spesa pubblica è sotto controllo; di conseguenza il deficit si sta riducendo. Il fenomeno ha cominciato a manifestarsi in modo consistente nel terzo trimestre del 2010. Infatti, secondo l’Istat, in tale trimestre il deficit è sceso al 3,2 per cento del pil. Ciò ha comportato una riduzione del disavanzo dei primi tre trimestri dell’anno al 5,1 per cento del pil, contro il 5,5 del corrispondente periodo del 2009. Insieme al miglioramento dei conti pubblici complessivi, nel terzo trimestre del 2010 si è manifestato un altro fenomeno positivo, particolarmente rilevante per il giudizio sulla sostenibilità del nostro debito pubblico, cioè l’aumento sostanzioso del saldo positivo del bilancio primario, quello del rapporto fra entrate pubbliche complessive e spese al netto degli interessi. Quando questo saldo è positivo, il rapporto fra debito pubblico e pil tende a ridursi perché l’avanzo primario va a ridurre il nuovo debito rispetto a quello che serve per pagare gli interessi. L’avanzo primario del terzo trimestre del 2010 è di 3,7 miliardi contro i 964 milioni del terzo del 2009. Netti segni di miglioramento che si sono accentuati nel quarto trimestre, dando luogo a un rapporto deficit/pil che, probabilmente, risulterà inferiore al 5 per cento a fine 2010, quindi migliore di quello previsto.
Il miglioramento ulteriore dipenderà dall’intensità della ripresa. Su questo fronte il superindice Ocse di anticipo dell’andamento dell’attività economica, basato sulla dinamica del settore dei beni intermedi, a novembre è salito a 102,8 con un aumento di 0,2 punti sull’ottobre e una crescita annua di 2,9 punti: mentre Cina e Stati Uniti accelerano, la Germania e l’Italia risultano stabili; ma poiché nel periodo immediatamente precedente l’economia di questi due paesi era in espansione, ciò significa che prosegue il precedente ritmo di espansione. Ma nonostante lo stesso Jean-Claude Trichet, presidente della Bce, abbia dichiarato ieri che anche in Europa la ripresa procede a ritmi migliori di quelli previsti, la tendenza positiva non si può dare per scontata. Alle "politiche di bilancio sane" suggerite da Trichet, dunque, occorre affiancare una strategia di crescita che sia con esse compatibile, in particolare in quei paesi - come il nostro - nei quali il pil procede al rallentatore da ben prima del 2008.
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