
Una sanità tra luci e ombre. Con centri moderni per le malattie rare ed i trapianti all`avanguardia e strutture obsolete da rottamare. Un esercito di 104 ospedali pubblici e convenzionati, compresi 5 policlinici universitari, per un totale di oltre 19 mila letti. Asl con
il territorio di una città come Firenze. Un bacino di riferimento che supera i 5 milioni e mezzo di abitanti, senza contare i malati che vengono da altre regioni e dal bacino del Mediterraneo.
E un bilancio sanitario annuale da fare tremare i polsi: il miliardi di euro. Bastano forse queste cifre per capire la complessità del sistema sanitario della Regione Lazio. II lavoro fatto dalla giunta Marrazzo ha abbassato il deficit (da 2 a i,3 miliardi l`anno) tagliando anche 3 mila letti), ma ha solo iniziato a riequilibrare il rapporto tra assistenza territoriale e ospedaliera. Con l`inevitabile risultato che ancora oggi migliaia di cittadini malati corre al pronto soccorso più vicino. Altra nota dolente la spesa farmaceutica, diminuita rispetto agli anni passati, ma al centro dell`ultimo scandalo denunciato dalla guardia di finanza alla Corte dei Conti sull`acquisto a prezzo pieno dalle Asl di medicine salvavita per le quali era previsto un forte sconto. ll ministro della Salute, Ferruccio Fazio, ha promosso un`indagine per verificare eventuali sprechi.
Replica Esterino Montino (Pd): «Dal 2006 ad oggi abbiamo risparmiato 30o milioni sui farmaci». Inoltre la rete di «Presidi territoriali di prossimità» (Ptp), quei centri che avrebbero dovuto decongestionare gli ospedali curando casi non gravi, è stata finanziata, ma è rimasta in
gran parte irrealizzata perché non era stato ancora approvato il Piano sanitario. L`arrivo con il contagocce dei finanziamenti dal ministero del Tesoro alle Asl ha spesso innescato polemiche tra centrodestra e centrosinistra, facendo così aumentare la distanza tra il Paese reale e il mondo della politica. Tra le questionirimaste aperte l`assistenza a malati cronici e anziani non autosufficienti (oltre 3o mila nel Lazio). Le Residenze sanitarie assistenziali (Rsa), nelle quali mancano circa 7 mila letti), e l`assistenza domiciliare, ancora una Cenerentola, dovrebbero costituire una delle priorità della prossima giunta regionale. Emma Bonino vuole «fare uscire i partiti dalla gestione della sanità» e propone «massima trasparenza nella nomina di direttori e primari». Per potenziare l`assistenza sul territorio, secondo l`esponente radicale, «bisogna riconvertire e ristrutturare i centri esistenti», oltre a istituire «l`infermiere di quartiere» e
valorizzare il ruolo dei medici di famiglia coinvolgendoli anche «nella lotta alle liste d`attesa». Renata Polverini, invece, per ridurre il deficit ha progettato di dimezzare il numero delle Asl da 12 a 6, tagliando consulenze, sprechi, duplicazione di servizi ed alleggerendo la burocrazia. Inoltre la Polverini ha assicurato: «Non ci saranno chiusure di ospedali, nè tagli di posti letto». Ma tra 7 giorni stop alle promesse: i malati non possono e non vogliono attendere.
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