
The biggest concern? Il maggior pericolo del 2014 per i 2.500 partecipanti al Forum economico mondiale (Wef) sulle nevi svizzere di Davos, quelle della Montagna incantata di Thomas Mann, sarà la capacità delle economie avanzate di far fronte alle crisi del debito. Occhi puntati su Stati Uniti, con un debito più del l00% del Pil, e soprattutto sul Giappone, al 230% del Pil. Livelli, dice il Report sui rischi mondiali del Wef, che gli investitori potrebbero giudicare insostenibili e cercare altri lidi più sicuri. Meno pressante rispetto all’anno scorso la posizione dell’Eurozona, un paziente uscito dalla rianimazione ma non ancora dalla convalescenza. Un’Europa che ha dovuto far fronte alla tempesta con dosi massicce di austerità per eliminare gli squilibri, ma senza poter svalutare la moneta, come invece hanno fatto americani e giapponesi.
Al centro dell’interesse dei bankers (secondi come categoria più rappresentata al Wef dopo i politici) vi sono innanzitutto i tentativi di verificare se la governance della finanza globale sia tornata a essere affidabile, ma anche temi legati alla salute, alla diseguaglianze tra ricchi e poveri, alla crisi della classe media. Diversamente dall’anno scorso, quando in primo piano vi era l’Eurozona, quest’anno si spazierà su più aree di crisi, ha spiegato il leader del Wef, Klaus Schwab in una conferenza stampa tenutasi nei giorni scorsi a Cologny. Il forte indebitamento degli Stati per far fronte alla crisi della finanza scoppiata negli Usa cinque anni fa, salvando le banche too big to fail, è un pericolo. «È come una corsa con un pesante zaino sulle spalle», ha detto Schwab. Il gotha dell’economia e della finanza, al quale Papa Francesco ha inviato un messaggio affinché «la ricchezza sia al servizio dell’umanità», si ritrova a Davos da oggi al 25 gennaio dove sono attesi 2.500 partecipanti di cui 100 Paesi, fra cui 50 di capi di Stato e di governo. Tra loro la presidente brasiliana Dilma Rousseff, il segretario di Stato americano John Kerry, il premier britannico David Cameron, il giapponese Shinzo Abe e il premier italiano, Enrico Letta.
Il tema della 44esima edizione è "The Reshaping of the World: Consequences for Society, Politics and Business" (Il rimodellamento del mondo: conseguenze per la società, la politica e gli affari). A Davos saranno presenti il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble, quello inglese George Osborne, quello francese Pierre Moscovici e quello italiano Fabrizio Saccomanni. Dall’Italia anche i ministri degli Esteri, Emma Bollino, il sindaco di Roma, Ignazio Marino e il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, ospite fisso al Wef. Non mancheranno altri banchieri centrali: a partire da Mario Draghi e dallo svizzero Thomas Jordan. Ci sarà inoltre il direttore dell’Fmi, Christine Lagarde. La Commissione Ue, guidata dal presidente José Manuel Barroso, sarà quasi al completo. Senza dimenticare la presenza del segretario generale dell’Onu Ban-Ki Moon, del direttore della Wto Roberto Azevedo e del numero uno dell’Ocse, Angel Gurria.
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