
Ha cominciato celebrando l'avvenuta vittoria elettorale presentandosi al popolo festante indossando una vistosa bandana arancione e urlando «Amm' scassat' tuttecose!». Per così dire, l'esordio da sindaco non fu all'insegna della sobrietà. Atteggiamento che invece già allora i tempi avrebbero richiesto a Napoli, dove ancora non si aveva a che fare con l'immateriale "spread" ma la materialissima mondezza arrivava ai primi piani delle case. Nella più istituzionale sede delle conferenze stampa De Magistris non poteva evitare la questione. Dichiarazioni roboanti ma chiaramente irrealistiche. Poi però anche i suoi critici più decisi si accorsero che dopo le prime figuracce qualcosa stava cambiando e un certo miglioramento era visibile.
In particolare grazie all'operato di ASIA, una società del Comune guidata dal giovane manager piemontese Raphael Rossi. La sua rimozione, annunciata dal sindaco nella conferenza stampa di inizio anno ha lasciato di stucco anche i supporter più fiduciosi. A una promozione in un ruolo più "progettuale" non ha creduto nessuno e molti, come questo giornale riferiva ieri, ritenevano l'allontanamento di Rossi dovuto al suo rifiuto di assunzione di una trentina di aderenti a una cooperativa. Vecchio copione, che ieri si è riproposto con la convocazione in Procura del manager da cui i Pm vogliono sapere se l'ipotesi risponde al vero. La sequenza è la solita: crisi / effetto annuncio / indagine giudiziaria. La morale pare essere che non basta una bandana.
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