
Incardinato ieri il dibattito sul disegno di legge sul fine vita e sulle dichiarazioni anticipate di trattamento (Dat), in seconda lettura al Senato dopo essere stato approvato il 12 luglio dall'aula di Montecitorio con alcune modifiche. «Ho illustrato in commissione le differenze presenti nel testo dopo il passaggio alla Camera. La settimana prossima ci sarà un ufficio di presidenza che articolerà il prosieguo dei lavori», spiega il relatore Raffaele Calabrò, del Pdl. L'inizio della discussione generale è atteso dunque nell'ultima settimana di settembre. Calabrò sottolinea che «alla Camera non sono giunte modifiche sostanziali», ma soprattutto dei «chiarimenti in alcuni punti: non stravolgendo assolutamente il testo originario non si fa altro che sottolinearne alcuni punti dando dei chiarimenti dove opportuno». Un motivo di conforto dunque per l'esponente pidiellino, «perché dai due rami del Parlamento c è stato un sentire comune». Quindi la previsione è che a Palazzo Madama «l'esame possa durare un tempo breve». Insomma, ribadisce Calabrò, «penso che il testo possa scorrere velocemente in Senato» e che ci possa essere il via libera definitivo. Dal Pd e dall'Idv invece arrivano critiche al provvedimento, tant'è che la radicale eletta nel Pd, Donatella Poretti ha chiesto nuove audizioni. Su questa proposta si pronuncerà, appunto, l'ufficio di presidenza nella prossima settimana.
Analoga la posizione dell'Idv. «Una concreta e corretta alleanza terapeutica medico-paziente è la scelta migliore in difesa della vita umana. Siamo a buon punto», afferma invece Emanuela Baio dell'Api, capogruppo di "Per il Terzo polo" in commissione, offrendo la sua «disponibilità ad entrare nel merito di ogni argomento spinoso affinché si possa arrivare nel più breve tempo possibile, a produrre un testo di legge che sia la mano amica che tutte le famiglie e i pazienti che vivono in stato vegetativo aspettano da molto tempo».
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