
La presenza del Dalai Lama, a cinque giorni dalla sua visita a Palazzo Marino, continua a permeare i banchi del Consiglio comunale. Il suo discorso alla città al fianco del sindaco Giuliano Pisapia non ha placato le polemiche intorno alla delibera di iniziativa consiliare, firmata all'unanimità da tutti i partiti, per la cittadinanza onoraria. La maggioranza ieri si è infatti spaccata ed è «andata sotto». L'ennesima richiesta della Lega Nord di invertire l'ordine dei lavori per discutere dell'onorificenza a sua santità Tenzin Gyatso ha stanato i «malpancisti» del centrosinistra. Nonostante l'obiezione del Pd, in quattro hanno votato a favore della proposta del Carroccio (i democratici Gentili e Gabbai, l'idv Grassi e il radicale Cappato), mentre in sei hanno scelto di astenersi (Mazzali e Gibillini di Sel, il presidente del Consiglio Basilio Rizzo e i pd Bertolé, Monguzzi e Bocci). E finita con 14 voti a favore e 13 contrari e la maggioranza arancione salvata dal quorum dei 2/3. Il voto di scarto non è stato quindi sufficiente a invertire l'ordine dei lavori. «L'importante è discuterne - spiega il "ribelle" Gentili - e prendere una decisione che resti agli atti. Bisogna uscire dal limbo dei continui rinvii».
© 2012 Corriere della Sera - ed. Milano. Tutti i diritti riservati