
La Cina è tornata da accusare il Dalai Lama di essere un provocatore in seguito alla visita del leader tibetano nello Stato indiano dell´Arunachal Pradesh, una regione rivendicata da Pechino. Nel monastero di Tawang, ad accogliere il Dalai Lama per quella che lui stesso ha definito una visita «senza scopi politici», c´erano oltre trentamila persone. Secondo le accuse cinesi si tratta di un tentativo di fomentare le tensioni nelle relazioni fra Nuova Delhi e Pechino. «La mia visita a Tawang non è politica - è stata la replica del premio Nobel - è del tutto normale per la Cina intensificare la campagna contro di me ovunque io vada. Ed è totalmente privo di fondamento quello che dice il governo comunista cinese sul fatto che io voglia incoraggiare un movimento separatista».
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