
17/08/10
Il Fatto Quotidiano
L'impeachment in Italia non è mai stato risolutivo, anche se in due occasioni i venti avversi alla presidenza produssero risultati simili. La prima volta accade per Giovanni Leone. Le indiscrezioni intorno al caso Lockheed spinsero la direzione del Pci a chiederne le dimissioni, che arrivarono poco dopo la tragica conclusione dell'affaire Moro, il 15 giugno 1978, in diretta televisiva. Il secondo caso riguardò invece Francesco Cossiga, messo formalmente in stato di accusa dal Parlamento con una procedura conclusasi con l'archiviazione il 12 maggio 1993. Tra i firmatari delle mozioni accusatorie ci furono Violante, Pannella, Dalla Chiesa, Russo Spena. Ventinove capi d'accusa, da Gladio alla P2, tutti respinti dall'apposita commissione. Diversi sono gli Stati Uniti, diverso fu il caso Nixon. Il vero anticorpo che ha salvato l'America da un presidente mentitore e disonesto non furono la fortissima campagna giornalistica né la tenacia della giustizia. Nixon avrebbe potuto essere difeso dalla sua maggioranza che poteva impedire l'impeachment, che richiede un solido margine di voto oltre all'opposizione. Nixon si dimise quando seppe che la sua maggioranza (o almeno una parte di essa) avrebbe votato l'impeachment.
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