
30/11/10
Libero Quotidiano - ed. Milano
«Il mondo ambientalista è un ambito nel quale una lista civica può avere significato e personalmente non vedo nessuna ragione di estromettere Edoardo Croci». Guido Podestà non teme smentite. Edoardo Croci, assessore alla Mobilità e "papà" di Ecopass cacciato da Palazzo Marino per una sterminata serie di uscite polemiche nei confronti del centrodestra (tra queste, aver definito Silvio Berlusconi un «incontinente sessuale»...) può essere tranquillamente riabilitato. Si può fare perché «al di là degli schieramenti nessuno ha avuto comportamenti impropri». Forse.
Per la verità, dal giorno dopo la sua epurazione, Croci ha preso a remare puntualmente nella direzione opposta a quella segnata dalla giunta. Sia sulle politiche ambientali, che l’ex assessore sostiene siano state sostanzialmente dimenticate dopo il suo addio, che sulla mobilità in generale. Basti ricordare i cinque referendum sull’ambiente (che la Moratti ha più volte spiegato di non gradire affatto) e che il suo ex collaboratore ha promosso insieme a due personaggi non esattamente in linea con il PdL: Enzo Fedrighini e Marco Cappato. Il primo, capogruppo dei Verdi a Palazzo Marino, è noto per aver denunciato la Regione Lombardia per mancato rispetto delle norme a tutela della salute pubblica. Un’iniziativa che rischia di costare ai cittadini (almeno secondo i suoi calcoli) ottocento milioni di euro, ma di cui lui va stranamente fiero: «Ora per la Lombardia si è chiusa ogni possibilità di trattativa», spiegava qualche tempo fa, «scatterà la multa».
Il secondo, Cappato, è ancora più celebre dalle parti del Pirellone. Si tratta del segretario regionale del partito Radicale, l’uomo che ha guidato l’assalto a colpi di carte bollate alla lista di Roberto Formigoni alle scorse regionali. Grazie alle sue denunce, il Pdl ha seriamente rischiato di perdere le elezioni senza neanche scendere in campo: il governatore, infatti, sarebbe stato escluso dalle amministrative. Forse anche per queste sue frequentazioni, Croci è diventato particolarmente popolare tra i partiti dell’opposizione. Due dei quattro partecipanti alle primarie del centrosinistra lo indicavano come «l’uomo dell’opposto schieramento che vorrebbero in giunta». Uno dei due era Giuliano Pisapia, candidato della sinistra radicale.
Per quanto riguarda i referendum, inoltre, Croci ha avuto modo di polemizzare anche sul comportamento del sindaco, che «non ha autorizzato», spiegava Cappato, «i dipendenti comunali disponibili ad autenticare, fuori dall’orario di lavoro, le firme». Un modo per ostacolare l’iniziativa, secondo il comitato promotore. Alla fine, comunque, in qualche modo riuscirono ad aggirare il problema. L’ex assessore e i suoi sono andati a bussare a un’altra porta: quella del presidente della Provincia Guido Podestà.
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