
Chi segue da vicino le vicende della Croce rossa sapeva che sarebbe stata solo questione di tempo. E ora è successo: la Procura di Roma ha aperto un fascicolo sulla Croce Rossa Italiana, assegnato al sostituto procuratore Assunta Cocomello. L'inchiesta parte da un esposto del deputato Pd Maurizio Turco che, dopo ripetute interrogazioni parlamentari rimaste senza risposta, ha deciso di rivolgersi alle autorità. "È compito della magistratura verificare se quanto è scritto in quegli atti possa essere considerato come una notizia di reato da perseguire a norma di legge", ci dice Luca Comellini, segretario del Partito dei Militari che ha lavorato all'esposto con Turco. Finora non sono stati individuati né reati né indagati ma i fatti denunciati dal deputato sono molto gravi.
Si parla di scambi di favori, conti correnti gestiti da chi non è autorizzato, ispezioni ministeriali di cui non si conosce l'esito. Tutto gira attorno alla gestione anomala della Cri, del suo patrimonio economico e immobiliare, delle donazioni, ma soprattutto del comitato dell'Abruzzo gestito da Maria Teresa Letta, sorella del sottosegretario Gianni. Secondo quanto si apprende dalle interrogazioni presentate da Turco, il maresciallo Vincenzo Lo Zito, "venuto a conoscenza di presunte irregolarità amministrativo-contabili del comitato regionale Abruzzo de L'Aquila" le ha segnalate ai vertici della Croce Rossa Italiana e alla Procura de L'Aquila. Turco fa presente che tra le presunte irregolarità segnalate dal maresciallo Lo Zito vi sarebbe l'apertura di un conto corrente bancario della Banca Toscana di Avezzano gestito, senza autorizzazione, dalla Letta e da una dipendente. I Revisori dei conti, nel 2008, mandano tre dei loro membri a verificare questa e altre anomalie. Durante l'ispezione, raccontano le interrogazioni, i tre sarebbero stati però portati a pranzo dalla Letta e, al loro rientro, sarebbero ripartiti per Roma senza acquisire alcun documento e senza fare mai più ritorno alla sede. Per il maresciallo Lo Zito comincia il calvario. Nelle sue interrogazioni Turco illustra come la Letta chieda per iscritto al direttore nazionale del corpo militare della Cri, il colonnello Ridolfi, l'allontanamento del Maresciallo, ricordandogli che "a una richiesta di mio intervento in favore di un Militare Cri da lei segnalatomi, la mia risposta è stata concreta e immediata!!". Anche se Ridotti non restituisce il favore alla Letta, ci pensa Francesco Rocca che firma il provvedimento. Tre mesi dopo, Rocca diventerà commissario della Cri. I trasferimenti diventano tre. L'ultimo è costato a Lo Zito una denuncia per diserzione aggravata. Il maresciallo non si è recato alla nuova sede perché un certificato della commissione medica della Cri gli impediva di spostarsi dal luogo di residenza: gli erano stati applicati tre bypass a causa di un infarto dovuto allo stress.
Nelle sue interpellanze Turco è molto chiaro sulla motivazione che l'ha spinto a far emergere le vicende di Lo Zito: è evidente che il maresciallo "solo per il fatto di aver adempiuto ai propri doveri scrive il deputato Pd - è divenuto oggetto di particolari attenzioni da parte del presidente del comitato regionale Abruzzo e, successivamente, dal Commissario straordinario che, invece di fornire adeguate risposte ai rilievi segnalati ha preferito avviare un procedimento disciplinare di stato".
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