
Forse sarà per gli incredibili pasticci che il governo sta combinando sulla manovra, ma la questione della "casta" negli ultimi giorni si è notevolmente ridimensionata. A questo punto due sole proposte sono rimaste impresse: dimezziamo il numero dei deputati e aboliamole province, Il fatto curioso è che tutti e due questi rimedi colpiscono la rappresentanza.
Per dire, se il problema è il numero dei deputati, allora si può anche limitare ad uno per gruppo. Pensate al sistema elettorale che ci ritroviamo, con le liste bloccate dei "nominati ". Se si dimezzano gli eletti svanisce la già remota possibilità che fra nani e ballerine entri di straforo qualche politico competente. Il numero dei parlamentari è eccessivo? Sì, ma la cosa più importante è che occupano due assemblee che sono un doppione. Insomma, i tagli vanno fatti con una logica migliorativa, come è stato giustamente rimproverato a Tremonti. Se no si dica che la democrazia come l'abbiamo conosciuta non va più bene. Grillo ad esempio lo dice, anzi lo urla. Eppure sarebbe semplice ridurre i parlamentari con una logica. Prendete il “Mattarellum” - che pare tornato di moda - e levategli la parte proporzionale. Avrete il 25% di deputati in meno, eletti da platee di non più di cento mila elettori col sistema uninominale. Troppo duro? C'è il doppio turno, così almeno al primo avremo la possibilità di votare per il nostro partito, e poi si vede. Si realizzerebbe risparmio e controllo democratico. Ma le cose semplici nella nostra politica non attecchiscono, evidentemente.
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