
L’aumento delle poltrone continua a essere un grande classico del Parlamento. Di legislatura in legislatura, di anno in anno, se c’è una costante certezza è quella di assistere all’addizione di incarichi con annessi benefits. È quello che è successo anche ieri all’aula del Senato dove è stato portato da 10 a 12 il numero dei segretari d’aula che, per inciso, beneficiano di tre segretarie, telefonino e auto blu. L’antefatto è questo: l’Idv è rimasta senza la sua rappresentanza tra i segretari d’aula perché all’epoca i voti (incluso quello del Pd) andarono alla senatrice Thaler della Svp e, dunque, il partito di Di Pietro restò a bocca asciutta. Il "vulnus" andava sanato. E ieri anche di questo si sono occupati i senatori. Ai quali ha indicato una soluzione "controcorrente" – visto il suo precedente – il senatore Riccardo Villari che ha proposto le dimissioni dei segretari e la ripartenza da zero. L’aula lo ha applaudito ma poi ha votato per i due nuovi incarichi. Già perché, per far entrare uno dell’Idv, bisogna che entri anche uno del Pdl visto che il regolamento impone un equilibrio tra rappresentanze. Grandi i numeri per il via libera: 239 sì, 12 no e 15 astenuti. Tra i contrari, i radicali Marco Perduca e Donatella Poretti del gruppo Pd: «È stato un no contro la tenia partitocratica che ieri ha visto consociati tutti i gruppi per fare un favore all’Idv: vedremo come la stampa riuscirà a valorizzare questo ulteriore accordo notturno tra Di Pietro e l’arcinemico Berlusconi».
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