
La forza e la dolcezza: Oscar Luigi Scalfaro, nella notte tra sabato e domenica, se n'è andato così. «È morto dolcemente», sussurra sua figlia Marianna ai molti che in una mattinata fredda si recano in visita in questa palazzina dai mattoncini giallastri nel quartiere romano di Bravetta, dignitosa periferia di Roma tra Villa Pamphili e l'Aurelia. Spiega, Marianna, a chi le va incontro con le lacrime agli occhi: «Se n'è andato da uomo forte, lo stesso coraggio che aveva avuto in vita». Via Camillo Serafini, terzo piano: anticamera, salotto, sala da pranzo. Libri ovunque, ordinati. Il presidente è sul suo letto a una piazza: accanto c'è uno scrittoio, poco più in là una poltrona. La figlia trova un accenno di sorriso: «Ha vissuto fino in fondo». Il presidente emerito Scalfaro è morto in seguito a un arresto cardiaco, aveva 93 anni. La notizia si diffonde alle otto del mattino: vola su Twitter, prima delle nove rimbalza su Facebook. La conferma delle agenzie di stampa arriva dopo le nove e trenta, quando in strada ci sono cittadini arrivati anche da altri quartieri. Tutti ricordano il suo settennato al Quirinale: «Ma anche allora spesso tornava a dormire qui. Andava alla chiesa del Crocifisso ogni mattina». Arriva anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: «Ha fronteggiato con fermezza uno dei periodi più difficili della nostra storia. Ci lascia in eredità l'attaccamento alla legge e alla Costituzione. Da uomo di fede, da antifascista e da costruttore dello Stato democratico, ha espresso al livello più alto la tradizione dell'impegno politico dei cattolici italiani, svolgendo un ruolo peculiare nella Dc». Papa Benedetto XVI invia a Marianna Scalfaro un telegramma: «Illustre uomo cattolico di Stato, nelle pubbliche responsabilità si adoperò per la promozione del bene comune e dei perenni valori etico-religiosi cristiani propri della tradizione civile dell'Italia». Per il direttore della sala stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, «fu un punto di riferimento per tutti coloro che vivevano il servizio all'Italia con grande rigore morale, anche in tempi in cui questo diveniva purtroppo assai più raro». In molti sono commossi: dall'ispettore Ciotta, suo caposcorta, fino a Padre Valentino, il francescano che ha «benedetto la salma» e ringrazia «il Signore per avercelo dato». Piange Maria Pia Garavaglia, senatrice Pd: «È stato il mio maestro, ero una giovinetta quando andavo ai suoi comizi infuocati. Marianna è stata il sostegno di tutta la sua vita. Lui ha vissuto bene ed è morto allo stesso modo». Con forza e con dolcezza.
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