
La bufera-pedofilia sconvolge la Chiesa mondiale e finisce nella polemica anche il vicario papale. Quando era vescovo di Albano, il cardinale Agostino Vallini (oggi alla guida della diocesi dì Roma) «non ha denunciato gli atti di pedofilia di don Marco Agostini perché li riteneva solo chiacchiere».
Poi, sostengono i legali delle giovanissime vittime dell’ex parroco di Pomezia morto suicida quattro anni fa, Vallini «assicurò che avrebbe preso provvedimenti ma non denunciò alla polizia don Marco, che non fu neppure interdetto dal sacerdozio ma solo trasferito ad Assisi, dove vedeva altri giovani». E li scattarono per lui le manette.
Ora Vallini assicura di «aver agito con rigore» e replica che Don Marco Agostini («non appartenente al clero diocesano») svolgeva il ministero pastorale nella parrocchia di San Benedetto a Pomezia affidata all’ordine degli Oblati di San Francesco di Sales e «fu immediatamente sospeso «a divinis». Ne fu chiesto «al legittimo superiore l’immediato trasferimento ad altra sede, senza l’esercizio del ministero». Intanto Benedetto XVI corre ai ripari. Mentre si dimette un altro vescovo (il canadese James Wingle), le conferenze episcopali (ieri quella danese) si adeguano all’obbligo di denuncia dei preti pedofili che il Pontefice vuole imporre alle diocesi superando le resistenze delle Chiese nazionali e di settori della Curia. «E’ come nel calcio la moviola in campo, i primi a non volerla sono gli arbitri perché così si sottrae loro il potere di decidere quale caso sanzionare e quale no», spiegano i fedelissimi di Joseph Ratzinger che preparano il «giro di vite». Se, come chiede il Papa, chi si macchia di abusi su minori va sempre e automaticamente denunciato, non saranno più possibili insabbiamenti come nel decennale silenzio «comprato», secondo il Ncr, dal fondatore dei Legionari, Maciel con ingenti finanzia- menti a maggiorenti di Curia. Ieri il segretario di Stato, Bertone ha dato voce al «dolore molto grande» del Papa per i casi di pedofilia nel clero assicurando che la Chiesa non coprirà i propri peccati. Però «c’è un eccesso contro la Chiesa e i sacerdoti: nessuno fa quanto noi per combattere la pedofilia», rivendica Bertone. E l’Osservatore Romano chiarisce: «Chi sbaglia sappia che deve rispondere personalmente delle conseguenze dei suoi atti. La comprensione verso il confratello non può escludere la giustizia, specie nei confronti di persone indifese e vittime di abusi». Il settimanale «Economist» critica la Santa Sede per il modo in cui sta gestendo la vicenda(«Il Vaticano è arroccato come una monarchia medievale sul punto di affondare, grida al complotto e cede al vittimismo come Berlusconi») e il Wall Street Journal riconosce a Ratzinger di aver voltato pagina rispetto alle inveterate coperture della Curia.
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