
L’ex pornostar e pensionata parlamentare Ilona Staller, sulla «Navicella», si pregiava di aver dato battaglia al nucleare girando «nuda in macchina per Roma con un carciofo radioattivo in mano» e di aver girato «Carne bollente al fianco del superdotato John Holmes». Anche Alessandro «Er più» Di Battista, giovane e «gajardo» deputato del Movimento 5 Stelle, è convinto di essere a modo suo superdotato. E a Daria Bignardi che gli chiedeva se si sarebbe visto in una sfida con Matteo Renzi per la presidenza del Consiglio, ha risposto: «Beh, non sono così banale com’è lui. Però credo che con il gruppo parlamentare, insieme ai miei colleghi, io sarei all’altezza. Tranquillamente». Della serie: «E che ce vo’ a guida’ n governo? So’ bboni tutti...». Per carità, niente di nuovo. Compresi gli assalti alla giornalista, rea di avere fatto domande scomode.
Fa un certo effetto, però, che il virus della «ganassite» che già ha fatto danni devastanti a questo Paese dove scadenti awocaticchi da «un giorno in Pretura» e praticoni delle più varie umanità si sono per decenni ritenuti all’altezza di qualunque compito, abbia contagiato così in fretta l’aspirante «nuova classe dirigente» grillina. Certo, come ghignava Giulio Andreotti, in un mondo di nani c’è la tentazione di sentirsi dei giganti. E di nani, in Parlamento, ce ne sono sempre stati tanti. Ma il bullismo di quel «tranquillamente» lascia stupefatti. «Lei se la sentirebbe di fare un trapianto cardiaco?». «Potrebbe progettare un radiotelescopio per onde cosmiche?». «Pensa che sarebbe in grado di scrivere Guerra e pace?». A ciascuna di queste domande perfino Di Battista risponderebbe: «Non credo». Tirar fuori dai guai a guidare il Paese l’Italia, risanarla, ricostruire una cultura, un’economia, un’etica comune all’altezza dei Paesi civili pare più facile? Ogni persona con la testa sul collo, davanti all’ipotesi di prendersi responsabilità così pesanti, dovrebbe dire: «Non so se sarei all’altezza».
Quelle sarebbero parole serie. Ma sono rare. Le ha dette Emma Bonino dopo avere fatto in modo eccellente il commissario europeo: «In vita mia non mi sono mai sentita né pronta né in grado di fare niente». Gerardo Bianco: «Non gonfiamola troppo, questa storia del "latinista". Davanti ai grandi latinisti io sono solo un topolino». Norberto Bobbio, quando lo esaltavano come un grande filosofo: «Esageruma nen». Umberto Veronesi, deluso dal senso di impotenza provato alla Sanità: «Parliamoci chiaro, come ministro non ho fatto granché...». Per contro, nella scia della «ganassite» stratosferica di Silvio Berlusconi («Non c’è nessuno sulla scena mondiale che può pretendere di confrontarsi con me») abbiamo visto di tutto. Due esempi? Vincenza Bono Parlino, leggendaria ministra dei Beni culturali, si vantava d’«avere scritto articoli su Flora Tristan, Proudhon, Lassalle, Turati, Kuliscioff, Luxemburg». Massimo D’Alema d’avere un problema solo: «L’enorme abbondanza di persone di altissima qualità». Si è visto. Meglio rileggere Trilussa: «La lumachella de la vana gloria / ch’era strisciata sopra un obbelisco / guardò la bava e disse "Già capisco / che lascerò ‘n’impronta ne la storia». Tranquillamente...
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