
In un momento di grande difficoltà per la sanità laziale, in cui i pronto soccorso sono iper affollati, in cui i medici effettuano rianimazioni perfino sul pavimento e in cui tutti i giorni decine di ambulanze restano bloccate perché i pazienti vengono ricoverati sulle loro barelle, da alcuni consiglieri regionali si leva un altro grido d'allarme, per l'emergenza sanitaria: «Ripristiniamo il partenariato tra Ares 118 e Croce rossa italiana». Così, sul tavolo del presidente del consiglio regionale, Mario Abbruzese, è arrivata una mozione (la 337 del 22 febbraio 2012, firmata da Esterino Montino, Luigi Nieri, Ivano Peduzzi, Giuseppe Rossodivita, Enzo Foschi, Vincenzo Maruccio, Giulia Rodano e il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli) in cui si chiede di tornare a stringere un accordo strategico con la Cri, dal momento che a «maggio e giugno del 2011 sono scadute le convenzioni stipulate nel 2006 si legge nella mozione - per l'utilizzo delle ambulanze e del personale occorrente alle attività di emergenza sanitaria». Attività che, nell'arco di cinque anni, ha riguardato venti ambulanze, che hanno permesso di mantenere attive tredici postazioni di Roma e provincia, 24 ore su 24. Ma ora, da 8 mesi, sono ferme 14 ambulanze su 20. La convenzione è stata rifatta solo per sei, e scade a fine mese. E, in un momento di crisi e di cronica carenza di posti di lavoro, la preoccupazione dei consiglieri di Pd, Idv, Sel e Radicali è rivolta anche a «garantire la tutela dei posti del personale licenziato, per effetto dell'avvenuta cessazione della convenzione».
© 2012 Corriere della Sera - ed. Roma. Tutti i diritti riservati