
09/02/11
L'Opinione delle Libertà
I radicali, in questi giorni, vanno molto di moda. Pannella va da Berlusconi, la Bonino prende le distanze dal suo "mentore" e padre politico e la Bernardini declina l’invito di Matrix per parlare del caso Ruby. Tutto fa pensare che siano in atto i prodromi di una campagna elettorale. Soprattutto perché i radicali, quando si muovono così, lo fanno per "battere cassa" da una parte e dall’altra, per pararsi da ogni tipo di risultato elettorale che potrebbe uscire dalle urne. fecero così con Prodi, fecero così con Berlusconi e fecero il salto della quaglia durante la legislatura. Ora sono in Parlamento solo grazie all’accordo che fecero nel 2008 con il Pd di memoria veltroniana.
La deputata radicale ha declinato l’invito a partecipare alla trasmissione Matrix dedicata al caso Ruby perché trova che sia "indecente" convocare la «politica sull’agenda setting ‘Ruby’ e cose del genere, mentre i problemi di latrocinio, furto, truffe e via dicendo, anche per responsabilità della magistratura, non vengono perseguiti. Noi, oltretutto - incalza Bernardini con qualche sarcasmo - non siamo ossessionati dal sesso. È una vergogna (questa sì) che nella situazione italiana si convochi un’altra assemblea televisiva di responsabili politici di livello per parlare del caso Ruby. Se, invece, si discutesse - a Matrix o in altre trasmissioni - di programmi e obiettivi riguardanti l’attuale difficile situazione italiana, io e i miei compagni saremmo disponibili; altrimenti noi ci rifiutiamo di essere e di divenire - perché non lo siamo mai stati - gente che contribuisce a questo falso e sporco dibattito politico, mentre non si discute, ad esempio, di quanto rileva ancora una volta l’ultimo sondaggio Eurispes a proposito di eutanasia e testamento biologico. Non solo su questi temi, ma su tutte le questioni sociali, dette etiche, noi radicali siamo certi di rappresentare più dei due terzi della gente. Il fatto - conclude la deputata radicale che si continui ad avallare come principale elemento di dibattito il caso Ruby e simili, per quel che ci riguarda, può accadere solo in un Paese senza responsabilità democratica, istituzionale e politica".
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