
Non ho visto il programma di Rai4 "incriminato" da Libero e non trovo appassionanti le polemiche sul comune senso del pudore.
Se proprio censura ha da esservi penso che Borghezio andrebbe nascosto ai minori assai più di un nudo, sia pure maschile. Certo, la reazione di Freccero nei confronti del giornale che ha attaccato il suo programma è sicuramente sopra le righe. Apostrofare un giovane collega dicendogli «Secondo me lei è un culottane» urta radicate sensibilità anti-omofobe, diciamo. Ciò doverosamente premesso, quella reazione in tutti i modi può essere definita ma non come quella di un potente, di un «mammasantissima» come lo ha definito il direttore di Libero. Quelli non urlano mai «Ve la farò pagare», soprattutto al telefono.
Sorridono piuttosto, al massimo scuotono lievemente la testa. E poi te la fanno pagare davvero. Freccero è uno che ha inventato la televisione moderna degli anni 80, insieme ad Antonio Ricci. Tutti e due savonesi e situazionisti, hanno creato il meglio della tv berlusconiana, poi Freccero se ne è andato nel 1993, forse per risparmiarsi la "discesa in campo" del suo editore.
Ma la Rai non è riuscita a farne tesoro e oggi Freccero è direttore di una rete minore, che naturalmente va benissimo e perciò crea imbarazzo ai burocrati, ma certo non può farlo definire un potente. Una definizione simile finisce piuttosto per evidenziare un complesso di inferiorità da cui la destra, malgrado anni di potere, non riesce ad emanciparsi.
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