
07/05/10
La Padania
Un buon testo frutto di un ottimo lavoro svolto dai membri del18a Commissione. Con queste parole il ministro dei Trasporti, Altero Matteoli, ha descritto il disegno di legge del Codice della Strada approvato ieri in Senato. «Si tratta di un provvedimento bipartisan - ha commentato in Aula Matteoli - dove maggioranza e opposizioni hanno messo da parte le proprie ideologie politiche, scegliendo di tutelare l’interesse dei cittadini. Concordo anche con quanto dichiarato dalla senatrice Marina Magistrelli del Pd: il ddl che approviamo oggi è migliorativo sia del precedente Codice della Strada che del testo passato nei mesi scorsi dalla Camera. Ritengo che oggi abbiamo compiuto un passo avanti verso la cultura, la formazione, l’informazione e la sensibilizzazione del rispetto delle norme per chi si mette alla guida».
Ed effettivamente il lavoro per l’8a commissione non è certo stato dei più semplici. Oltre 400 gli emendamenti presentati, analizzati e discussi uno ad uno, cui si sono aggiunte - lo ha sottolineato Luigi Grillo, presidente della commissione - le correzioni tecniche e le contraddizioni presenti del testo presentato dall’altro ramo del Parlamento, oltre alla serie infinita di audizioni per arrivare quindi ad aggiungere ben 60 nuovi articoli. Molti dei quali annoverano la firma di parlamentari Lega Nord, come ha sottolineato il senatore Piergiorgio Stiffoni in dichiarazione di voto: «Noi della Lega abbiamo convintamente sostenuto tutti gli emendamenti previsti e proposti in questo documento. Ecco perché esprimeremo parere favorevole. Siamo convinti che qualche mese torneremo a lavorare su questo provvedimento, perché mai come in questo caso è necessario che il legislatore anticipi la società, ne getti le linee e non si trovi sempre ad andare a rimorchio. Mai come in questo caso il legislatore deve anche indossare i panni dell’educatore, pertanto speriamo che anche quei giornali scandalistici che titolavano, per esempio, "divieto su divieto diventeremo schiavi" oppure "casco in bici per legge" offrendo un divertente ma inopportuno gioco di parole, possano applicare anch’essi quel buonsenso che ci ha guidato nel redigere un simile documento condiviso e apprezzato dalla maggior parte dei nostri colleghi.
Ricordo la vicenda di una bambina di 8 anni, Orietta B., caduta dalla sua bici, e morta poco dopo, perché la gonna si era incastrata trai raggi della bicicletta. Ecco quindi perché, secondo noi, è fondamentale il casco in bici almeno sino ai 14 anni. Anche perché qualsiasi infortunio, invalidità o persino decesso rappresentano un costo sociale da non sottovalutare. Noi di Lega Nord abbiamo, come sempre, anteposto il buon senso, il rigore e la responsabilità nei confronti dei nostri cittadini. Ora rimane solo una speranza: quella che nel successivo passaggio alla Camera questo testo non venga ulteriormente modificato, pareggiando quindi il rispetto che noi senatori abbiamo mostrato in questa sede».
Sessanta nuovi articoli che tutelano da una parte la sicurezza di chi si mette alla guida, senza trascurare però anche il discorso dei proventi delle sanzioni, comprese quelle inique o vessatorie. Oltre al discorso, tramutato in ordine del giorno, sull’eliminazione della tassa su determinati passi carrai, con il ddl approvato ieri, i proventi delle multe andranno per il 50% ai proprietari delle strade e per l’altro 50% agli enti accertatori. «Volendo colpire i Comuni che da sempre utilizzano gli autovelox per fare cassa - spiega il senatore Roberto Mura - nel testo discusso alla Camera si era voluto disincentivare questa abitudine destinando i proventi delle sanzioni agli Enti proprietari delle strade.
Questo però avrebbe creato indubbiamente alcuni problemi nei confronti degli altri Comuni, quelli più "onesti", dove la Polizia locale avrebbe dovuto elevare multe su strade non comunali ma situate all’interno del perimetro urbano, trasferendo di conseguenza l’introito derivante dalle sanzioni non al Comune ma, appunto, all’ente proprietario. In Senato, invece, abbiamo garantito una equa ripartizione dei proventi di queste sanzioni. In linea generale, comunque, credo che proprio in virtù del fatto che questo provvedimento influenza notevolmente la quotidianità di ognuno di noi, credo che sia fondamentale un impegno sia del Governo che del Parlamento affinché questo non sia solo un provvedimento "mordi e fuggi", come è stato definito da qualcuno, ma che vada di pari passi e ove possibile che sia anche anticipatore delle tendenze e delle novità che la nostra società adotterà nei prossimi mesi».
In conclusione, mentre l’Aula ha approvato una revisione puntuale, organica e completa delle norme
che disciplinano il comportamento di autisti, ciclisti, motociclisti e alni, qualcuno a sinistra preferisce concentrarsi sulle "rughe" degli autotrasportatori, definendo, sul Messaggero di ieri, come norma più bislacca quella relativa all’innalzamento dell’età massima a 70 anziché 65 per chi guida mezzi pubblici.
Chi spiegherà quindi al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, al ministro Umberto Bossi, o al leader dei radicali Marco Pannella, e a molti altri che siedono in Parlamento, che a 70 anni forse è meglio appendere la patente al chiodo?
Ed effettivamente il lavoro per l’8a commissione non è certo stato dei più semplici. Oltre 400 gli emendamenti presentati, analizzati e discussi uno ad uno, cui si sono aggiunte - lo ha sottolineato Luigi Grillo, presidente della commissione - le correzioni tecniche e le contraddizioni presenti del testo presentato dall’altro ramo del Parlamento, oltre alla serie infinita di audizioni per arrivare quindi ad aggiungere ben 60 nuovi articoli. Molti dei quali annoverano la firma di parlamentari Lega Nord, come ha sottolineato il senatore Piergiorgio Stiffoni in dichiarazione di voto: «Noi della Lega abbiamo convintamente sostenuto tutti gli emendamenti previsti e proposti in questo documento. Ecco perché esprimeremo parere favorevole. Siamo convinti che qualche mese torneremo a lavorare su questo provvedimento, perché mai come in questo caso è necessario che il legislatore anticipi la società, ne getti le linee e non si trovi sempre ad andare a rimorchio. Mai come in questo caso il legislatore deve anche indossare i panni dell’educatore, pertanto speriamo che anche quei giornali scandalistici che titolavano, per esempio, "divieto su divieto diventeremo schiavi" oppure "casco in bici per legge" offrendo un divertente ma inopportuno gioco di parole, possano applicare anch’essi quel buonsenso che ci ha guidato nel redigere un simile documento condiviso e apprezzato dalla maggior parte dei nostri colleghi.
Ricordo la vicenda di una bambina di 8 anni, Orietta B., caduta dalla sua bici, e morta poco dopo, perché la gonna si era incastrata trai raggi della bicicletta. Ecco quindi perché, secondo noi, è fondamentale il casco in bici almeno sino ai 14 anni. Anche perché qualsiasi infortunio, invalidità o persino decesso rappresentano un costo sociale da non sottovalutare. Noi di Lega Nord abbiamo, come sempre, anteposto il buon senso, il rigore e la responsabilità nei confronti dei nostri cittadini. Ora rimane solo una speranza: quella che nel successivo passaggio alla Camera questo testo non venga ulteriormente modificato, pareggiando quindi il rispetto che noi senatori abbiamo mostrato in questa sede».
Sessanta nuovi articoli che tutelano da una parte la sicurezza di chi si mette alla guida, senza trascurare però anche il discorso dei proventi delle sanzioni, comprese quelle inique o vessatorie. Oltre al discorso, tramutato in ordine del giorno, sull’eliminazione della tassa su determinati passi carrai, con il ddl approvato ieri, i proventi delle multe andranno per il 50% ai proprietari delle strade e per l’altro 50% agli enti accertatori. «Volendo colpire i Comuni che da sempre utilizzano gli autovelox per fare cassa - spiega il senatore Roberto Mura - nel testo discusso alla Camera si era voluto disincentivare questa abitudine destinando i proventi delle sanzioni agli Enti proprietari delle strade.
Questo però avrebbe creato indubbiamente alcuni problemi nei confronti degli altri Comuni, quelli più "onesti", dove la Polizia locale avrebbe dovuto elevare multe su strade non comunali ma situate all’interno del perimetro urbano, trasferendo di conseguenza l’introito derivante dalle sanzioni non al Comune ma, appunto, all’ente proprietario. In Senato, invece, abbiamo garantito una equa ripartizione dei proventi di queste sanzioni. In linea generale, comunque, credo che proprio in virtù del fatto che questo provvedimento influenza notevolmente la quotidianità di ognuno di noi, credo che sia fondamentale un impegno sia del Governo che del Parlamento affinché questo non sia solo un provvedimento "mordi e fuggi", come è stato definito da qualcuno, ma che vada di pari passi e ove possibile che sia anche anticipatore delle tendenze e delle novità che la nostra società adotterà nei prossimi mesi».
In conclusione, mentre l’Aula ha approvato una revisione puntuale, organica e completa delle norme
che disciplinano il comportamento di autisti, ciclisti, motociclisti e alni, qualcuno a sinistra preferisce concentrarsi sulle "rughe" degli autotrasportatori, definendo, sul Messaggero di ieri, come norma più bislacca quella relativa all’innalzamento dell’età massima a 70 anziché 65 per chi guida mezzi pubblici.
Chi spiegherà quindi al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, al ministro Umberto Bossi, o al leader dei radicali Marco Pannella, e a molti altri che siedono in Parlamento, che a 70 anni forse è meglio appendere la patente al chiodo?
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