
31/08/10
Europa
La bozza del testo unico di Roma capitale (Turc) realizzata dal comune di Roma e dal ministero per le riforme, in attuazione dell'articolo 24 della legge del 5 maggio 2009 n. 42, è l'articolato che dovrebbe concedere alla "città eterna" deleghe importanti in materia di urbanistica, trasporti e beni culturali, sottraendo queste competenze alla provincia di Roma e alla regione Lazio. Lo status speciale è auspicabile, visto che non si può pensare di continuare a governare la capitale con gli stessi poteri concessi ad amministrazioni di qualsiasi altra città.
Ma tale iniziativa apre comunque dei contenziosi che la politica dovrebbe saper risolvere, considerando che una delle anomalie italiane sono proprio le competenze condivise che la riforma del 2001, inerente al Titolo V della Costituzione, ha aggravato e non estinto. Non entro qui nel merito della discussione riguardo l'area metropolitana, anche se mi trovo pienamente d'accordo con coloro che sostengono che ormai è anacronistico non voler estendere i confini di Roma. Ma questo dibattito già c'è ed è giusto che vada avanti.
Purtroppo quello che manca, a mio avviso, è la discussione su come riequilibrare i futuri poteri del "super" sindaco. Chi guarda con attenzione alle migliori democrazie anglosassoni sa bene che, lì dove c'è un forte potere accentrato su un unico decisore, è necessario che venga equilibrato da altrettanti forti poteri di controllo e di intervento legislativo, affidati ad altri soggetti della vita democratica. Purtroppo questo semplice concetto non trova vita facile nel nostro paese. Chi invece la pensava così, come ben documentato dal lavoro del 2009 dei Radicali, La Peste Italiana, erano i nostri padri costituenti che, scrivendo la nostra Carta, assegnarono ai cittadini il potere di intervenire nell'attività legislativa principalmente attraverso tre tipi di voto: quello elettorale nazionale, quello elettorale regionale, e quello referendario, per vagliare ed eventualmente correggere, mediante l'abrogazione totale o parziale, le leggi varate dal parlamento.
Un giustissimo principio, poi tradito da sessantanni di partitocrazia, che veniva da coloro che sulla propria pelle avevano vissuto l'incubo del regime fascista. Con le dovute proporzioni, il dibattito intorno ai decreti su Roma capitale manca proprio di questo concetto per me imprescindibile: come riequilibrare i poteri del futuro "super" sindaco. Prima dell'estate si sono "sprecati" fiumi di inchiostro intorno al dibattito sul numero di consiglieri comunali che dovranno far parte della futura assemblea capitolina. Nessuno ha sottolineato che il problema non è il numero ma la loro funzione, che ormai è depauperata. Non c'è una vera separazione tra potere legislativo/ deliberativo e quello esecutivo, ed oggi assistiamo a delle "super" giunte che detengono di fatto i due poteri di cui sopra, lasciando ai consiglieri funzioni marginali.
Questo, per il sottoscritto, è motivo di preoccupazione soprattutto per una città come Roma che, di qui a breve, avrà uno status speciale. Inoltre, a mio avviso,considerando proprio il principio ispiratore dei nostri padri costituenti, limitare la partecipazione dei cittadini al solo voto amministrativo è scelta scellerata: gli elettori devono avere la possibilità di intervenire, mediante strumenti adeguati e durante tutto l'arco della consiliatura, per proporre o abrogare provvedimenti della "super" amministrazione.
La partitocrazia ha annientato la Costituzione scritta avvalendosi dell'arbitrio di regime, e quello che avviene oggi non è altro che la conseguenza di decenni di non-democrazia. Chi, come noi radicali, si riconosce nell'analisi della Peste Italiana non può meravigliarsi del dibattito di parte che c'è intorno alla riforma su "Roma Capitale". L'individuo e la legge, oggi come ieri, si devono difendere contro potenti organizzazioni chiamate partiti. Giuseppe Maranini lo disse nel 1949, durante la lezione inaugurale dell'anno accademico universitario di Firenze 1949-1950 dal titolo: "Governo parlamentare e partitocrazia", oggi questa affermazione è ancora valida, a qualche Democratico interessa confrontarsi su questo?
© 2010 Europa. Tutti i diritti riservati