
Berlusconi onnipresente in televisione: nell’ultima settimana, in piena campagna elettorale, è comparso sul piccolo schermo per 3 ore e 45minuti. Popolo della libertà straripante: al Tg1 occupa il 60% dello spazio riservato ai partiti, al Tg5 il 40%. Dati che ieri hanno spinto l’Autorità garante per le comunicazioni a punire con una multa di 100 mila euro ciascuno i telegiornali guidati da Augusto Minzolini e Clemente J. Mimum. Motivo: «C’è un perdurante squilibrio tra Pdl e Pd» al quale si aggiunge una «marginale presenza delle nuove liste» in corsa per le regionali. Il tutto calpestando i richiami già rivolti alle due testate. Alla multa ha fatto seguito l’invito ad attuare un «immediato riequilibrio».
Non ci stanno Rai e Mediaset, che annunciando due distinti ricorsi al Tar hanno parlato di telegiornali«equilibrati» e sanzioni «ingiustificate». Anche il premier è intervenuto in serata: «La multa? l’Agcom pensi a sanzionare Santoro». E mentre l’authority ha replicato di andarsi a vedere i dati sulle presenze dei partiti nei Tg, è scoppiata la polemica. Il leader del Pd Pier Luigi Bersani ha accolto la notizia con un «era ora!», mentre Emma Bonino, candidata del centrosinistra alla Regione
Lazio, ha denunciato «percentuali bielorusse» nella presenza televisiva della maggioranza. Per protestare contro «lo squilibrio dell’informazione» ieri sera Radicalie Pdhanno dato il via ad un sitin a oltranza davanti alla sede Rai di Viale Mazzini. Schermaglie anche all’interno della tv pubblica. I membri di minoranza del Cda, Nino Rizzo Nervo e Giorgio Van Straten, hanno puntato il dito contro «la faziosità e la subalternità agli interessi di Berlusconi» con cui Minzolini guida il Tg1. Per il loro collega di maggioranza,Antonio Verro, invece, il Tar «annullerà le
sanzioni dell’Agcom».
Eppure i dati parlano chiaro. La scorsa settimana, la penultima di campagna elettorale, Berlusconi ha avuto la parola all’interno di tutti i Tg italiani (Sky compresa) per 3 ore e 45 minuti (in sette giorni
più della metà dell’intero mese precedente). Bersani, invece, ha parlato poco più di un’ora e mezza.A1Tg1 il premier ha avuto la parola per 11 minuti e 13 secondi, il leader del Pd per 4 minuti e 25. Nel Tg2 il rapporto è tra 10 e 4 minuti. Dagli schermi del Tg5, poi, il Cavaliere è andato in onda per 2l minuti, Bersani per 2,43. II Tg4 di Emilio Fede ha esposto il premier per un totale di 35 minuti contro i 3,28 riservati al segretario pd. Uno squilibro accentuatosi in campagna elettorale, ma proveniente da
lontano: nell’intero mese di febbraio Berlusconi è comparso sul Tg1 per 21 minuti, sul Tg4 per più di un’ora, sul Tg5 per 45 minuti per un totale tra tutti i telegiornali del Paese di quasi sette ore. Anche considerando i rapporti tra partiti le cose non vanno meglio: la settimana scorsa il Tgl ha trasmesso notizie e interventi relativi al Pdl per uno spazio pari al 60% di quello riservato a tutti i partiti, contro il 19,5%del Pd. Percentuali simili per il Tg4, mentre il Tg5 al Pd ha concesso solo il9% del tempo contro i140% del Pdl.
E ieri l’Agcom ha avviato anche un’istruttoria sulla soppressione
dei talk show Rai come Annozero, Ballarò e Porta a Porta fino alle regionali. L’iniziativa è partita in seguito a numerosi esposti. La Rai ha replicato ricordando che lo scorso 23 marzo il Consiglio di Stato aveva stabilito che lo stop agli approfondimenti «non poteva far desumere un danno al diritto di informazione».
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