
Quando ancora costruiva case, la leggenda narra che, ogni volta che vendeva un appartamento ad una coppia, arrivava al cantiere in smoking con una bottiglia di champagne e tre calici per brindare. «Per voi è un momento importante» diceva prima di stappare, sfoderando il suo famoso sorriso Magari non è vero, ma è verosimile. Tutto si può dire, e si dice, di Berlusconi ma non che non abbia una formidabile attitudine ai rapporti umani. La sua politica estera è mossa da queste personali peculiarità: la naturale estroversione e l'anima commerciale.
Il fattore umano è stato all'origine di memorabili gaffe, come il «cucù» ad Angela Merkel, in un'altra occasione lasciata ad aspettarlo davanti a tutti mentre lui parlava al telefonino. Non c'è da stupirsi che la cancelliera tedesca, alla prima occasione, abbia trovato il modo di paragonare la situazione del nostro paese a quella della Grecia. Almeno fino a ieri era impensabile che l'immagine internazionale del premier potesse ulteriormente sprofondare. Invece ieri Repubblica e Stampa davano conto di voci insistenti che riferiscono come la preoccupazione di Berlusconi per le intercettazioni sia dovuta non a nuovi particolari sulle sue allegre serate ma a suoi giudizi incauti su governanti stranieri. Quanto all'aspetto, per così dire, commerciale della sua politica estera, ieri era plasticamente rappresentato sul Fatto in una pagina dedicata ai maneggi centroamericani di Lavitola, il nostro agente a Panama.
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