
01/09/10
la Repubblica
«Una incresciosa messa in scena». La lezione di Corano, le hostess, i cavalli berberi: momenti di una visita tramutata in show che ha provocato l'irritazione dei vescovi contro Gheddafi. E l'imbarazzo di buona parte del mondo cattolico, anche per le provocazioni del leader libico su un futuro "nero" e "musulmano" dell'Europa. Ma il ministro degli Esteri Franco Frattini tende una mano al Colonnello, rimarcando che la Ue deve aiutare la Libia, pur non entrando nel merito della sostanziosa richiesta economica di Gheddafi per fermare i flussi migratori: cinque miliardi di euro. Le critiche più pesanti arrivano dall'Avvenire, il quotidiano della Conferenza episcopale italiana: «La visita di Gheddafi? Un boomerang: una dimostrazione di quanto possano confondersi persino in certo islam giudicato non (più) estremista piano politico e piano religioso», scrive il direttore Marco Tarquinio in un editoriale. «Certamente è stata una lezione scrive - magari pure per i suonatori professionisti di allarmi sulla laicità insidiata».
Il giornale della Cei sottolinea i «momenti incresciosi e urtanti» quali l'incontro per «una sessione di propaganda islamica tra il leader libico e hostess appositamente reclutate». Tarquinio si chiede come Gheddafi, nella «tollerante e pluralista Italia» dalle «profonde e vive radici cristiane» abbia potuto «fare deliberato spettacolo di proselitismo». «Non sapremmo dire - aggiunge - in quanti altri paesi tutto questo avrebbe avuto luogo». Teologi e uomini di fede si dividono: se per don Andrea Pacini, consultore della Commissione per i rapporti con i musulmani presso il Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, quella di Gheddafi sul futuro musulmano dell'Europa è una «boutade», secondo il padre gesuita Samir Khalil Samir, islamologo di fama internazionale, le parole del Colonnello «vanno prese terribilmente sul serio».
La Lega e il centrosinistra bocciano con toni aspri la visita di Gheddafi. «I suoi inviti all'islamizzazione li vada a fare a casa sua», sbotta il governatore del Veneto Luca Zaia. «Siamo tutti interessati a buone relazioni con la Libia - dice il segretario del Pd Pierluigi Bersani - e ci sono buone relazioni internazionali quando ci sono basi di rispetto e di amicizia. Noi non abbiamo avuto né l'uno, né l'altra. I contorni di questa visita hanno avuto elementi di umiliazione». Il presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, rivendica «l'Europa cristiana: Gheddafi non può venire qui e mettere in discussione questo». E dice di aver provato «vergogna» Marco Pannella. Fino alla provocazione bipartisan di Nunzia De Girolamo (Pdl) e Paola De Micheli (Pd): «Inviteremo 200 uomini libici a una lezione sulla Bibbia e sulle radici della cultura europea».
Ma Frattini conferma l'atteggiamento favorevole del governo italiano nei confronti della Libia: «La richiesta dei 5 miliardi per arginare l'immigrazione clandestina non è mai stata esaminata, mai discussa - dice il titolare della Farnesina - La affronteremo in sede europea e io immagino che sarà trattata al vertice euro-africano di novembre proprio in Libia. Gheddafi ha fatto un ragionamento comune ad altri leader arabi nordafricani: noi non vogliamo e non possiamo essere i guardiani d'Europa». Mentre i finiani mettono sotto accusa il ministro delle Pari opportunità Mara Carfagna sul silenzio di queste ore. «In tutto questo bailamme, tra hostess, amazzoni e conversioni a buon prezzo, è un silenzio che fa rumore», si legge nel sito di Generazione Italia, che ricorda come la Carfagna non sia intervenuta neppure sul caso di Elisabetta Tulliani.
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