
Questa volta le sue parole sono state dette in maniera ufficiale e con consapevolezza e non sono state “rubate”, come ha più volte sottolineato riferendosi a una sua chiacchierata informale mandata in onda “a sua insaputa”. Nel corso dell’intervista rilasciata a Maria Latella a Skytg24, infatti, l’ex tesoriere e senatore della Margherita Luigi Lusi ha annunciato che non chiederà il patteggiamento e di voler essere processato. Ai “colleghi” senatori, poi, ha lanciato un appello e cioè votare contro la sua reclusione «perché non sussistono le ragioni». La telenovela Lusi tra circa 24 ore arriverà finalmente a una epilogo, almeno per quanto riguarda la parte che interessa al Parlamento. Nel tardo pomeriggio di domani nell’Aula di Palazzo Madama i senatori decideranno se confermare l’indirizzo della giunta per le autorizzazione e quindi votare sì per l’arresto del tesoriere rutelliano oppure cambiare le carte in tavola. Per il momento ancora non si è scesi nei particolari dell’esito mentre alcune attenzioni si sono spostate sulle modalità del voto. «Questa settimana si voterà per la richiesta di autorizzazione all’arresto per Luigi Lusi. Ma il vero punto sarà prima, quando si vedrà se ci sono le venti firme per chiedere il voto segreto». Così Emma Bonino, intervistata ieri mattina da Radio Radicale. «Ho trovato politicamente molto contestabile già la volta scorsa la richiesta di voto segreto, perché non mi pare che sul caso Lusi si possa verificare un fumus persecutionis. Il problema è che le manovre in corso non sono tanto sul merito, ma sul tema se si trovano o no i venti senatori per chiedere il voto segreto. Il Pdl ha fatto sapere che non lo chiederà in quanto gruppo, ma il regolamento prevede che bastino venti firme per richiederlo. Io non capisco perché i senatori non possano assumersi la responsabilità di dire come votano» ha concluso la senatrice Radicale.
In vista della decisione, che si preannuncia molto aperta, intanto, non mancano le iniziative pubbliche nei pressi del Senato. Insieme al segretario nazionale Storace e ai tanti dirigenti e militanti de La Destra, ad esempio, in Piazza delle Cinque lune i militanti storaciani si ritroveranno per vigilare sul voto del Senato rispetto al caso Lusi. L’ha dichiarato Dario Rossin, capogruppo La Destra in Campidoglio e segretario della Federazione romana del partito. «Il sit-in del nostro movimento, a partire dalle 16, vuole garantire trasparenza e giustizia su una vicenda clamorosa, che sembra tale e quale allo stile della prima repubblica. Con la Federazione romana - ha spiegato Rossin - saremo lì per dire che la politica vera non è quella che si spartisce i soldi dei contribuenti, ma quella che ogni giorno si schiera dalla parte dei cittadini e agisce per il popolo e per l’Italia».
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