
Dopo 10 anni nel centrodestra la scena è la solita: Berlusconi chiede l`ennesima leggina ad personam, gli alleati riottosi trattano con le migliori intenzioni, ma alla fine passa quel che vuole Silvio. Soprattutto in prossimità di una scadenza penale (processo Mills) e di una elettorale (le regionali), tutto diventa oggetto di possibili trattative e scambi. Anche lo schema non muta: da un lato gli avvocati, codici alla mano, a cercare soluzioni «commestibili» e, dall`altro, i leader a monetizzare i sì e i no, in una nuova edizione politico-giudiziaria del manuale Cencelli. Certo, Ghedini e Bongiorno sono più austeri dei predecessori. Si pensi per esempio a quando, essendoci da salvare il soldato Previti, nell`appartamento del vicepresidente del Senato Contestabile si presentarono due avvocati accompagnati da altrettante distinte signore. Un altro dei legali presenti, alla vista delle inattese invitate, si levò in piedi e se ne andò gridando: « Allora il caso della Ariosto non vi ha insegnato proprio niente!». Già allora Fini, come presumibilmente nei vertici previsti per oggi e per domani, recitava la parte del dubbioso. E come non capirlo, ha assistito a troppi colpi di testa. Raccontano che, una delle tante volte in cui sembrava finita l`era di Berlusconi, uno dei suoi colonnelli lombardi prese l`iniziativa di telefonare a Di Pietro: «Antonio - gli disse - preparati: è arrivato il tuo momento per la leadership. Gianfranco è d`accordo». Ma alla fine tutto si aggiusta. Ghedini e Bongiorno, poi, si stimano molto, a prescindere dai ruoli diversi che si trovano a interpretare. Non facili, però. L`asticella è sempre più alta, al punto che tra gli uomini del presidente della Camera c`è chi dice esplicitamente: «Sarebbe più serio fare l`amnistia come chiede Pannella». C`è, però, anche chi, come Feltri e Straquadagno, continua a diffidare di Fini. E forse il direttore de Il Giornale, quando gli ha chiesto un`impossibile firma in calce a un giuramento di fedeltà, voleva offrirgli la possibilità di un rifiuto netto all`incredibile richiesta per permettergli di aderire serenamente a qualcosa di meno imbarazzante ma non meno utile per il premier. Forma e sostanza. Capra e cavoli. Ma adesso la richiesta d`arresto per Cosentino complica le cose. Si vota anche in Campania e lì «lo scambio» è diventato indigesto.
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