
Se nel Pdl la rissa tra ex Forza Italia e Alleanza nazionale si è leggermente attenuata grazie alla precisazione di Silvio Berlusconi, non va molto meglio in casa Pd dove i temi etici hanno fatto scatenare un botta e risposta a distanza tra conservatori e ultralaici. Con la Lega fuori da giochi, alle prese anch’essa con una fase abbastanza movimentata della riorganizzazione interna, solo un partito si sta tenendo fuori dalle dispute ma dentro le questioni dando giudizi di merito sia sul centrodestra che sul centrosinistra. E, paradosso dei paradossi, si tratta dell’unico partito che ha annunciato più volte il suo scioglimento e l’azzeramento delle cariche verticistiche pur rimanendo tutti al loro posto: l’Udc.
Con il leader dei centristi Pier Ferdinando Casini e il presidente Rocco Buttiglione ieri sono state analizzate “a distanza” le dispute dei probabili futuri e dei potenziali ex alleati. «Se prevarrà un Pd riformista ed europeo, la sinistra potrà essere utile all’Italia. Se rimarranno aggrappati al radicalismo e al neo populismo di sinistra, perderanno un’occasione storica». Così nel day-after dello scontro tra il gruppo Concia e la presidente Bindi che però ha fatto venire fuori la schiacciante maggioranza dell’ala conservatrice con uno schiacciante 500 a 38. «Bersani si sta sforzando di tenere insieme il partito. Ma molto resta ancora da fare» ha poi aggiunto Casini secondo il quale «è giusto riconoscere diritti alle coppie conviventi ma per noi è impossibile parlare di matrimoni gay». Poi una riflessione («sui temi eticamente sensibili non si creeranno alleanze politiche: i parlamentari devono essere liberi di esprimersi secondo coscienza») che ha fatto scattare la reazione dell’ex sottosegretario alla Salute, Eugenia Roccella e del segretario dei radicali, Mario Staderini: «Ancora una volta l’onorevole Casini - ha commentato l’onorevole Roccella - afferma con chiarezza che i valori non negoziabili vanno tenuti fuori dalla politica e dalla costruzione delle alleanze. La liberta' di coscienza - doverosa - non è l’assenza di una posizione politica su temi come la famiglia, la vita, la libertà di educazione che implicano una ben precisa visione del mondo e della società. Che cosa ne pensano Paola Binetti, Luisa Santolini, Luca Volontè, Rocco Buttiglione, Marco Calgaro, Savino Pezzotta?».
Molto più diretta la domanda di Staderini: «A Casini che esclude che le alleanze politiche possano avere ad oggetto le questioni cosiddette etiche chiedo su cosa allora andrebbero fatte, sulle poltrone da occupare?».
Dai matrimoni omosessuali ai divorzi celebri, il passaggio è breve se a Buttiglione tocca il compito di dare un giudizio sull’eventuale ritorno di Forza Italia. «Se Berlusconi torna a Forza Italia vuol dire che il progetto del Pdl è fallito, e quindi ben avevamo fatto noi dell’Udc a non imbarcarci in quella avventura. Se Berlusconi finalmente e giustamente si converte all’idea della necessità della grande coalizione vuol dire che avevamo ragione noi dell’Udc a indicarne la necessità sin dai tempi del predellino e dei governi Berlusconi tenuti su ad ogni costo. Se finalmente Berlusconi riconosce anche lui queste due evidenze allora non si capisce perché gli elettori in genere e i moderati in particolare dovrebbero votare per lui che aveva torto piuttosto che per noi che avevamo ragione». Una serie di proprietà transitive che, effettivamente, rendono bene l’idea di quella che è e sarà la linea che i centristi seguiranno nei prossimi mesi.
Al portavoce del partito, Antonio De Poli, infine, è toccata la riflessione sulla legge elettorale: «No a intese parziali e provvisorie. Va cambiata e va fatta seriamente. È indispensabile apportare delle correzioni all’attuale Porcellum: in primis l’introduzione delle preferenze. L’Udc è favorevole a un sistema proporzionale con un premio di governabilità che premia il partito che prende più voti e uno sbarramento al 5 per cento».
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