
Caro Furio Colombo, sono meravigliata del quieto silenzio sul problema carceri. L’ex ministro e mancato sindaco di Lecco Roberto Castelli ci aveva detto con compiacimento che "non sono hotel a cinque stelle come vorrebbe la sinistra". Mi sembra che la sinistra non voglia e non chieda niente, e intanto la nuova formula (un po’ disumana) è "cinque per cella". Possibile che in un Parlamento di mille persone fra Camera e Senato, solo una, Rita Bernardini, faccia il digiuno e protesti per ottenere qualcosa per i carcerati?
Alessia
Il fatto è due volte clamoroso. I dati gravissimi sulla disumana vita nelle carceri sono noti a tutti, in Italia. Sono un indice di estrema sofferenza e di estremo pericolo. Ma un solo gruppo in Parlamento, la delegazione Radicale eletta nel Pd, dedica continua attenzione a questo enorme problema.
Vediamo perché. I Radicali hanno notato la natura dirompente di ciò che sta accadendo nelle prigioni. Non è una emergenza. È il pauroso confluire di molti diversi gravi errori. Uno è l’aumento dei reati puniti con la detenzione. Uno è l’uso del carcere preventivo in modo molto più frequente che in altri paesi liberi. Un altro ancora è l’avere concentrato sugli immigrati una politica basata sulla persecuzione, detta "sicurezza" che si realizza in casi sempre più frequenti con la detenzione.
Il numero di immigrati detenuti, presentato come prova della loro pericolosità è, al contrario, conseguenza del clima persecutorio. E dei molti reati (prima di tutto l’anticostituzionale reato di "clandestinità") introdotto col "pacchetto sicurezza". Se si aggiunge la deliberata repressione dei reati minori legati alla droga, ovvero l’ostinazione di una politica repressiva, si ha un’idea di alcune della cause. Ma poi c’è la disperata inadeguatezza delle strutture, le carceri fatiscenti e il numero ridotto e tagliato del personale, che sconto col lavoro una condanna parallela a quella dei detenuti.
Il parlamentare radicale che non abbandona il problema è Rita Bernardini, di nuovo protagonista dello sciopero della farne per impedire il silenzio. La sua ostinazione smuove poco il moloch della politica ma in un punto importante riesce: rende impossibile la distrazione dell’opinione pubblica. E ha, purtroppo, diremo, la forza di un ammonimento profetico. Dice ciò che potrebbe accadere fra poco.
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