
“Una realtà che ci umilia in Europa”. È duro il presidente della Repubblica, intervenuto ieri a un convegno sulla giustizia carceraria organizzato dai Radicali. "Voglio sottolineare un dato molto significativo - ha premesso Napolitano -, il peso gravemente negativo di oscillanti e incerte scelte politiche e legislative, tra tendenziali depenalizzazione e ciclica ripenalizzazione, con un crescente ricorso alla custodia cautelare, abnorme estensione della carcerazione preventiva". Il Capo dello Stato ha parlato anche di un "evidente abisso che separa la realtà carceraria dal dettato costituzionale sulla funzione rieducativa della pena e sui diritti e la dignità della persona". Le condizioni della vita dietro le sbarre, oltre ad umiliare l'uomo, di certo non garantiscono il reinserimento sociale previsto dalla nostra Carta. Napolitano ha aperto anche all'ipotesi di "rimedi già prospettati e in parte messi in atto", l'indulto e l'amnistia, da sempre al centro delle battaglie dei Radicali, come ha ricordato ieri Marco Pannella. Entrambi hanno però immediatamente incassato il no della Lega attraverso la vicepresidente del gruppo alla Camera, Carolina Lussana.
Da sottolineare
una strana tempistica. Al convegno ha preso parte anche il presidente del Senato, Renato Schifani: "La media di durata di un giudizio è troppo spesso eccessivamente lunga", ha detto proprio nei minuti in cui il governo poneva la fiducia proprio sul cosiddetto "processo lungo". Nelle carceri italiane vivono, stipati peggio delle bestie (meno di tre metri quadri a testa contro i 7,5 imposti dall'Europa), circa 67 mila persone. La capienza massima sarebbe di 44 mila. Le celle sono un'istigazione al suicidio: sono già 38 i detenuti che si sono tolti la vita dall'inizio dell'anno. I morti, in totale, 113.
Al convegno, che prosegue oggi, si è parlato anche di Ospedali psichiatrici giudiziari, nel giorno in cui la commissione parlamentare d'inchiesta sul Servizio sanitario nazionale, presieduta da Ignazio Marino, ha inviato i carabinieri negli Opg di Barcellona Pozzo di Gotto e Montelupo Fiorentino. I Nas hanno posto i sigilli ad alcune parti delle strutture. La commissione ne ha chiesto invece l'adeguamento, entro 180 giorni, ai requisiti minimi previsti dalla legge; altrimenti "sarà adottato un provvedimento di sequestro dell'intera struttura". Un "orrore inconcepibile in qualsiasi Paese appena appena civile", li ha definiti il capo dello Stato.
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