
15/10/10
Italia Oggi
Carcere uguale rieducazione solo per un terzo degli italiani. Sono stati presentati a Roma i risultati del sondaggio commissionato alla Ipr Marketing di Napoli dal dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria per misurare il livello di percezione che i cittadini hanno della polizia penitenziaria e del sistema carcerario nel suo complesso. L'universo di riferimento del sondaggio, che ha lavorato su un campione di 1.000 persone disaggregate per sesso, età, titolo di studio e regione di residenza - era costituito dai cittadini maggiorenni residenti in Italia.
Tramite questionari strutturati somministrati nel luglio scorso, si è valutata innanzitutto la funzione che il carcere svolge nell'immaginario degli intervistati, dove è legato per il 49% dei cittadini all'idea di punizione. Per un terzo del campione invece il carcere richiama l'idea della rieducazione e del reinserimento sociale, mentre solo il 12% lo vede come garanzia di sicurezza. Quanto alla conoscenza del sistema penitenziario, è emerso essere estremamente bassa. La quota di risposte esatte in relazione al numero delle carceri presenti in Italia, al numero dei detenuti e alla percentuale di detenuti stranieri è compresa tra il 12 e il 15%.
La valutazione generale del nostro sistema carcerario, effettuata utilizzando una scala di votazione da 1 a 10, è negativa per l'assoluta maggioranza degli intervistati. Ben il 72% degli intervistati assegna infatti un voto inferiore al 5. Il 64% degli intervistati ritiene che la situazione penitenziaria vada affrontata urgentemente, mentre il 31% sostiene che altre emergenze siano prioritarie. Il sovraffollamento è percepito, soprattutto da chi ha più di 55 anni, come il problema principale delle carceri seguito, soprattutto per i più giovani, dalla necessità di garantire il reinserimento sociale delle persone detenute. Quanto alle opinioni dei cittadini riguardo lo stesso dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, tra coloro che ne hanno sentito parlare il 46% assegna un voto compreso tra 6 e 10 mentre il 32% assegna un voto inferiore a 5.
Il 40% del campione associa la magistratura di sorveglianza all'Amministrazione penitenziaria, dimostrando un'erronea comprensione del ruolo di quest'ultima. La polizia penitenziaria è conosciuta dagli intervistati soprattutto in relazione a fatti di attualità, quali incidenti, suicidi in carcere, episodi di cronaca nera. Il 45% delle risposte, fornite soprattutto da uomini, over 55, e con titolo di studio inferiore, rivela un'opinione positiva della polizia penitenziaria, a fronte di un 32% che rivela invece un'opinione negativa. Il 59% degli intervistati ha molta o abbastanza fiducia nella polizia penitenziaria.
Si tratta del livello di fiducia più basso tra le forze di polizia. I compiti della polizia penitenziaria maggiormente noti sono legati alla sicurezza nelle carceri, al trasporto e alla sorveglianza dei detenuti. L'assoluta maggioranza del campione valuta poco o per nulla efficaci le carceri italiane riguardo all'aspetto del reinserimento e del recupero dei detenuti. Da notare come non tutti abbiano apprezzato l'iniziativa del Dap e la spesa di denaro che essa può aver comportato. Lo scorso 7 ottobre l'On. Rita Bernardini ha presentato un'interrogazione parlamentare al ministro della giustizia nella quale chiede conto della cifra investita e sottolinea come il »compito istituzionale dei Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria è quello di amministrare il sistema penitenziario italiano secondo quanto disposto dalle leggi vigenti e, in primo luogo, attenendosi ai princìpi costituzionali, non certo quello di spendere denaro pubblico per sondare la percezione degli italiani».
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