
E venne il giorno della Bonino. A meno di dieci giorni dalla convocazione di senatori e deputati in seduta congiunta: un collegio elettorale che diventerà di Grandi Elettori visto che ai parlamentari si affiancheranno i delegati regionali, e mentre i partiti sono alle prese con le delicate alchimie interne per evitare lacerazioni nel passaggio più importante della legislatura, la candidatura della leader radicale acquista consensi e riconoscimento. Pur se non mancano critiche e distinguo nei suoi confronti: a ben vedere, però, possono anche essere interpretati come altrettanti segnali di una popolarità che cresce e di una proposta con la quale bisognerà comunque fare i conti.
Ad appoggiare senza alcun indugio la Bonino, anche con un senso di sfida verso il suo partito, è il pd vicepresidente della Camera, Roberto Giachetti. «Se ci fosse l’ipotesi, che non c’è perché lui non vuole, della riconferma di Napolitano - spiega Giachetti - io mi pronuncerei a suo favore per svariate ragioni legate alla mia esperienza e per la valutazione che do del suo settennato. Non essendoci questa opzione, io non ho alcun dubbio che fra le varie ipotesi che sono state avanzate, quella di Emma Bonino è per me la più convincente. Dico anche di più. A meno che non mi sarà fornita la possibilità di un concreto accordo che mi convinca, io dal primo scrutinio voterò Emma Bonino».
E a conferma che si tratta di una candidatura con caratteristiche bipartisan, piovono riconoscimenti anche dal centrodestra. È il caso del deputato leghista Gianluca Pini: «Noi della Lega preferiremmo che ci fosse una donna al Quirinale. Però non facciamo toto-nomine. Io, personalmente, non vedrei assolutamente male Emma Bonino, per la stima e la conoscenza che ho della persona e delle sue capacità». Idem il presidente di Fratelli d’Italia, Guido Crosetto: «Tra i nomi che ho sentito non avrei problemi a votare per Emma Bonino o per Anna Maria Cancellieri. Due persone che so che vanno lì per cercare di fare i garanti della Costituzione, che sono libere, che non hanno scheletri nell’armadio». Visto che è chiamata in causa, il ministro replica a stretto giro: «Sono solo chiacchiere. La mia unica candidatura - ha ironizzato a margine di una conferenza stampa al Viminale - è quella alla presidenza dell’assemblea condominiale».
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