
Les jeux sont faits. Con un parto travagliatissimo, anche il Pdl ha scodellato il suo candidato sindaco di Genova: il vicepresidente della Fondazione Carige Pierluigi Vinai, il primo a dire convintamente sì dopo una mezza dozzina di rifiuti (il presidente dell'Ordine dei medici Bartolini, la leader degli spedizionieri marittimi Oliaro, il presidente dell'Acquario Beppe Costa, l'ad del Genoa Zarbano, il petroliere Costantino e il manager Vinacci). Così. sotto la Lanterna, accade che il liberale partito di Berlusconi presenta un cattolico dell'Opus Dei, graditissimo al cardinal Bagnasco, mentre il cattolico partito di Casini sostiene l'iper-liberale Enrico Musso (eletto senatore nel 2008 col Pdl, con cui poi ha rotto malamente). Uno spregiudicato scambio di coppie scaturito da una cinica scelta del leader Udc: cattolico o no, Vinai, candidato di un Pdl che a Genova è a pezzi e quotato a meno del 10 per cento, è un perdente, mentre Musso, accreditato di oltre il 20 per cento grazie al suo largo seguito personale, è proiettato al ballottaggio con Marco Doria: comunque vada, Casini potrà dire che l'alternativa al centrosinistra è il Terzo Polo.
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