
30/03/11
Italia Oggi
Il Consiglio di presidenza della Camera dei deputati convocato per questa mattina non tratterà soltanto del caso Ruby con l'esame della richiesta del conflitto di attribuzione. Oltre a questo argomento e all'esame del bilancio interno, al quinto punto dell'ordine del giorno figura la riorganizzazione dell'Ufficio stampa di Montecitorio. Si tratta di una questione dai contorni incerti di cui perfino alcuni membri chiamati a decidere sanno poco o nulla. Di scritto, nero su bianco, per ora c'è soltanto un trafiletto pubblicato su l'Unità di venerdì 25 marzo a pagina dieci. Non più di dieci righe al curaro, non firmate, sotto il cappello: «Ingordi». Insomma, il Pdl, secondo il quotidiano di Concita De Gregorio, starebbe per colonizzare l'ufficio stampa della Camera con alcune «new entry» che verranno scelte (e questa sottolineatura è davvero curiosa) dal collegio dei deputati questori di Montecitorio. Secondo lo stesso articolo l'artefice dell'operazione, invece, sarebbe il vice-presidente di Montecitorio, Maurizio Lupi. Ma secondo quanto risulta a Italia Oggi l'operazione avrebbe una ben più ampia concertazione politica. Si spiegherebbe così, in perfetto stile lottizzatorio, il silenzio da cui è ammantata. D'altra parte già gli attuali cinque addetti stampa sono provenienti da varie aree politiche (democristiana, radicale, sinistra moderata, sinistra radicale più uno indicato dall'attuale maggioranza). Oltre naturalmente il capo ufficio stampa, Giuseppe Leone, che è uomo di fiducia del presidente Gianfranco Fini. L'intenzione, dunque, sarebbe quella di procedere (quasi) ad un raddoppio con l'aggiunta di quattro nuovi addetti. Considerato che il costo per gli attuali cinque addetti stampa supera 100mila euro l'anno ognuno, si tratterebbe di una spesa aggiuntiva di circa 600mila euro l'anno. Contratto di due anni più due, tanto per cominciare, ma c'è chi fra gli attuali addetti è precario da 11 anni e chi da 9 con un nuovo biennio appena rinnovato. Tuttavia, il timore che il giocattolo si rompa c'è. I documentaristi che attualmente lavorano all'ufficio stampa e che verrebbero sostituiti dai nuovi arrivati starebbero valutando di chiedere il riconoscimento del lavoro giornalistico svolto (e anche lo status di giornalista) proprio in virtù del fatto che chi verrà svolgerà le stesse funzioni. Ma potrebbero restare fregati perché alcuni dei nuovi addetti da piazzare non sono giornalisti professionisti e dunque nemmeno più questo requisito verrebbe richiesto aprendo ai pubblicisti.
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