
07/12/10
Avvenire
Cacciari entra a gamba tesa nella relazione complicata tra Bersani e i moderati del Pd, sempre più insoddisfatti degli ammiccamenti a sinistra del partito. «È chiaro che Letta, Fioroni e altri se ne andranno dopo il voto di fiducia», ha detto l’ex sindaco di Venezia al sito affaritaliani.it. Immediata la reazione dei due dirigenti democratici tirati in ballo: «Cacciari sbaglia, noi restiamo qui per tornare al progetto originario». Smentiscono che ci siano «fughe all’ordine del giorno» anche Claudio Merlo e un altro esponente dei Modem di Veltroni, Gero Grassi. Ma è proprio il progetto originario del Pd, che, secondo Cacciari, «è morto». Prova ne sarebbe la fuoriuscita dal gruppo parlamentare del veneto Maurizio Pistarol, che già ha seguito l’ex primo cittadino nel movimento Verso nord e che il giorno della fiducia siederà con il gruppo misto.«È inevitabile e fisiologico» che altri lo seguano, spinge Cacciari, dato che il Pd è diventato «un partito socialdemocratico» che apre lo spazio per «un’area di centro autonoma». Dunque, a suo avviso Letta, Fioroni e quelli che hanno denunciato «l’opa ostile» di Vendola sul Pd sarebbero già con la valigia in mano (a questo proposito, Cacciari suggerisce al leader Sel, in modo colorito, di iscriversi al Pd e diventare il leader della corrente di sinistra). Il disagio espresso più volte dagli ex popolari e dai 75 che hanno firmato a metà settembre il documento-Veltroni, rischia di aggravarsi con l’incontro tra Bersani e Pannella. «Nessuna trattativa, solo politica», assicura il segretario. Ma c’è chi teme che il vertice possa sottoporre il Pd ad un altro ricatto, dato che i radicali non hanno fatto capire se voteranno la sfiducia a Berlusconi.
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