
19/11/10
Corriere della Sera
Di buon mattino, il vulcanico Mario Pepe, fedelissimo di Berlusconi con la tessera radicale in tasca, riferisce del suo colloquio con Pannella: «Gli ho detto, "Marco ti offriamo 6 riforme per i tuoi 6 voti alla Camera"». All’ora di colazione, Francesco Pionati (centrista filogovernativo) pilucca un grappolo d’uva alla buvette e assapora lo «scoop» annunciato per oggi quando svelerà in conferenza stampa ciò che già tutti sanno: il nome di altro deputato pronto a cambiare casacca. Si tratta di Maurizio Grassano, ex leghista di Alessandria poi iscritto al gruppo misto nella componente dei liberaldemocratici e ora di nuovo in movimento, pronto a tendere la mano a Berlusconi, per il tramite dell’Ade di Pionati, dopo avergli negato la fiducia lo scorso 29 settembre.
Infine, quando è sera, in Transatlantico si fanno vedere due deputati eletti all’estero su fronti opposti che però scoprono di essere compaesani, abruzzesi della provincia di Chieti, e di avere un comune sentire: l’imprenditore italo argentino Giuseppe Angeli, transfuga originario di Orsogna che ha abbandonato Tremaglia e Fini per passare al Pdl, fa una corte serrata allo svizzero abruzzese Antonio Razzi dell’Idv che è nato a Giuliano Teatino e che a settembre disse candidamente: «Quelli del Pdl si sono offerti di pagarmi il mutuo se passo con loro». Ora però Razzi, che pure indugia nella parte di Transatlantico frequentata dalla destra, è costretto ad ammettere, mentre si avvia a prendere un caffè con Angeli e con un altro abruzzese, Mario Pescante (Pd1): «Non mi ha chiamato nessuno, per ora».
Così in Transatlantico si consuma l’ennesima giornata di «calciomercato» in vista del voto di fiducia fissato per il 14 dicembre. Al tentativo con i Radicali di Mario Pepe, che dice di aver mandato un fax a Berlusconi, arriva una risposta di Marco Pannella che non smentisce la sua attitudine politica a trattare con tutti: «Quando ci si riconosce carattere e dignità di interlocutore, che sia Bersani, Berlusconi, Bossi o Di Pietro, noi lo riteniamo non soltanto utile ma anche necessario».
Francesco Storace (Destra) prevede un vero esodo in Parlamento: «Otto deputati e due senatori di Fli torneranno presto nel Pdl». Ma i conti non tornano se si vanno a stuzzicare i «papabili» additati da «Radio Parlamento»: «Berlusconi è politicamente finito perché ha esaurito la sua spinta propulsiva», dice Giuseppe Valditara (Fli), secondo il quale l’orientamento è quello di non votare la fiducia al governo: «Penso proprio che non lo faremo». Più dialogante Maria Ida Germontani (Fli), che ribadisce la sua fedeltà a Fini: «Siamo con lui da tanti anni, seguiremo le sue indicazioni...». Eppure la senatrice futurista auspica una soluzione meno traumatica della crisi che eviti lo scontro frontale in Parlamento: «Napolitano ha offerto a Berlusconi una grande opportunità, speriamo che il premier non la sprechi pensando solo alla campagna acquisti perché sarebbe sconveniente. Noi infatti ci aspettiamo un segnale sul patto di legislatura, sul merito dei problemi che Fini ha segnalato. In quel caso ascolteremo Berlusconi con molta attenzione prima di decidere cosa votare il 14 dicembre». A Palazzo Madama continua il pressing del Pdl su Barbara Contini (Fli) che avrebbe risposto alle avances con una frase secca: «Io sono una persona seria». E a chi vede dietro queste parole una mano tesa al Cavaliere, i collaboratori dell’ex governatrice di Nassiriya replicano: «La sua scelta è irreversibile».
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